Dossier - Consulenti del Lavoro

tra Ente ed Assicurato e favoriscono
le ricadute economiche:
sono favorevole quindi
alla ricerca di servizi da
offrire ai Colleghi, in special
modo ai giovani - che rappresentano
il futuro e la continuità
della nostra Professione
- ed agli anziani, che,
dopo anni di attività, si trovano
a fare i conti con i problemi
legati all’età propria e
dei loro congiunti.
In relazione a ciò favorirei la
stipula di polizze assicurative
per i rischi professionali,
multigaranzie per la persona
e “long term care”, favorendo
poi l’accesso al credito ed
ai servizi bancari.
Circa poi il variegato mondo
delle convenzioni “commerciali”
è opportuno puntare
sulla qualità limitandole a
quelle più qualificanti per la
Categoria: penso ai mezzi di
trasporto ed ai servizi di comunicazione
e telefonia.
Dopo le poco felici esperienze
del passato, va ripreso il
discorso sulla previdenza
complementare, ragionando
sulle opportunità che il sistema
integrato dei due “pilastri”
potrebbe offrirci.
Ritengo infine che lo sviluppo
di una rete di servizi accessori
sia tanto più efficace
quanto ampia è la platea dei
beneficiari: sono auspicabili
quindi sinergie con le altre
Casse per creare “massa critica”
favorendo reali opportunità
agli iscritti e contenendo
i costi per i singoli
Enti: in momenti in cui la
Politica vorrebbe “semplificare”
le Libere Professioni
ciò non mi pare sia di poco
conto. ■
Francesco
Colangelo
Delegato Enpacl di
Foggia
Amio avviso il Nostro
Ente potrebbe aiutare
tutti gli iscritti a proteggere
il proprio patrimonio da
richieste di risarcimento che
potrebbero derivare dall’attività
professionale. Mi spiego meglio.
Noi Consulenti del Lavoro ci
salvaguardiamo con una copertura
assicurativa per R.C. professionale
per la tutela sia del
cliente che di noi stessi decidendo
autonomamente con
quale agenzia stipulare polizze
assicurative per la nostra professione.
Perché il nostro Ente
non si attrezza ed aggiorna la
propria attività con un’attività
assicurativa limitata ai propri
iscritti?
In questo caso, il Consulente
del Lavoro potrebbe valutare
l’idea di stipulare la propria polizza
assicurativa contro i danni
derivanti dall’attività professionale
direttamente con il proprio
Ente di previdenza, e non
con una generica agenzia di assicurazione!
Naturalmente le
condizioni perché questo avvenga
dovranno essere soprattutto
quello della convenienza
nel pagamento del premio rispetto
alle assicurazioni tradizionali.
La copertura assicurativa dovrebbe
essere valida per la responsabilità
civile derivante
per le perdite patrimoniali involontariamente
cagionate a
terzi compresi gli associati, soci
e clienti nello svolgimento
dell’attività professionale di assistenza
contabile, fiscale, am-
ministrativa e di consulenza del
lavoro.
Ove mai tutto questo fosse possibile,
risulterebbero per l’Ente
maggiori entrate (pagamento
dei premi). La considerazione
positiva è quella che riguarda
gli iscritti, i quali certamente
preferirebbero la stipula di una
polizza con l’Ente stesso di previdenza
e non con una comune
compagnia di assicurazione.
Altro strumento da non sottovalutare,
ma da prendere in debita
considerazione potrebbe
essere quello di creare e gestire
un proprio fondo pensione
aperto o un piano individuale
di previdenza, per i dipendenti
degli studi e per i dipendenti
delle ditte assistite dal CdL.
In altre parole, prevedere l’allargamento
della propria attività
al sistema di previdenza
complementare. ■
Diomira
Francesca
D'Amico
Delegata Enpacl di
L'Aquila
Più che ulteriori servizi,
vorrei una collaborazione
sempre piu forte
e fattiva tra l’Enpacl e il Consiglio
Nazionale dell’ordine,
visto il successo ottenuto dalle
iniziative da esso intraprese,
nonostante il difficile momento
che il mondo liberoprofessionale
sta attraversando.
Mi auguro che anche la
Dirigenza ANCL prenda coscienza
dell’importanza di tali
risultati.
E’ giunto il momento di avere
una Dirigenza Sindacale che
si adoperi per una maggiore
valorizzazione della Categoria.
■
Inttervvistaa velocee
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