La strada del formaggio - Gustolocale
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moglie.<br />
Resosi poi conto <strong>del</strong> misfatto e immediatamente pentitosi di ciò che<br />
aveva compiuto, decise di andare a Roma per chiedere al Papa Adriano<br />
I di espiare il suo peccato. Il Pontefice impose ad Orso che, in abito da<br />
pellegrino, con la testa rivolta verso il basso e senza domandare mai<br />
a nessuno dove si trovasse, visitasse la chiesa di S.Maria in Monte<br />
Summano. Orso se ne partì per il suo viaggio penitenziale. Visitò<br />
Gerusalemme e Santiago de Compostela, e il 3 maggio, dopo dodici<br />
anni di pellegrinaggio, giunse al monte Summano. Nei pressi <strong>del</strong><br />
monte udì dei pastori che dicevano: "...presto, andiamo con l'armenti<br />
e gregi à casa perché munte Suman fà con la nebula capelo, et presto<br />
come è usanza pioverà."<br />
<strong>La</strong>tteria Santa Maria <strong>del</strong> Summano di Santorso<br />
<strong>La</strong> <strong>strada</strong> <strong>del</strong> <strong>formaggio</strong><br />
Capì allora di essere arrivato alla fine <strong>del</strong> suo viaggio penitenziale. Si<br />
incamminò verso il castello <strong>del</strong> borgo allora chiamato di Salzena. Sulla<br />
via incontrò una fantesca di nome Oralda a cui domandò ripetutamente<br />
da bere, e non avendo risposta, spirò. In quell’attimo le<br />
campane si misero a suonare da sole. <strong>La</strong> gente <strong>del</strong> luogo accorse e<br />
trovò il Santo con il bastone fiorito. Così riconosciuta la sua santità gli<br />
venne eretta una chiesa. Carlo Magno venuto a conoscenza <strong>del</strong>la storia<br />
giunse a Santorso per portare via il corpo <strong>del</strong> santo cavaliere. Ma non<br />
riuscì a smuoverlo da quel sito; se ne tornò in Francia solo con il<br />
braccio e il bastone fiorito. <strong>La</strong> festa di sant’Orso si celebra tutt’oggi il<br />
3 Maggio'.<br />
Nell’anno 1911 alcuni agricoltori di Lesina acquistarono un terreno dalla famiglia Zaltron e costruirono uno stabile da<br />
dedicare a caseificio.<br />
“… Società Anonima denominata Caseificio Sociale Lesina con lo scopo di agevolare l’economia <strong>del</strong>le famiglie dei soci<br />
col ritirare giornalmente il latte che ogni uno di essi poteva ricavare dalle manze di sua proprietà per lavorarlo e<br />
produrre burro, <strong>formaggio</strong>, ricotta e altro; nello stesso tempo poteva occuparsi per la somministrazione ai soci di altri<br />
generi alimentari….”<br />
Nel 1978 il <strong>formaggio</strong> prodotto nella latteria rispecchiando la tecnologia di produzione regolamentata dalla D.O.C.<br />
Asiago si avvalse <strong>del</strong>la denominazione Asiago nelle due tipologie.<br />
Ma nell’epoca <strong>del</strong>la omogeneizzazione e <strong>del</strong>la globalizzazione i soci <strong>del</strong>la cooperativa nel luglio<br />
<strong>del</strong> 2003 decisero di dare una svolta alla produzione ritornando alle origini: il <strong>formaggio</strong> non venne più denominato<br />
Asiago ma riceve il marchio depositato “Lesina” il primo nome <strong>del</strong>la latteria.<br />
Gli altri prodotti <strong>del</strong> caseificio rispecchiano la tradizione di tutti i caseifici <strong>del</strong>la zona:<br />
burro, ricotta, tosella, caciotte.<br />
Santorso<br />
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