La strada del formaggio - Gustolocale
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abc<br />
Il rame in cucina: lusso o esigenza?<br />
Una volta tutte le cucine,<br />
anche le più misere, avevano<br />
in dotazione utensili di rame.<br />
Le donne appendevano i<br />
secchi di rame al bigòlo e<br />
andavano alla fontana,<br />
arrostivano carni <strong>del</strong>icate in<br />
testi, sempre di rame, e non<br />
facevano la polenta se non<br />
possedevano il caliéro.<br />
Oggi le pentole in rame<br />
sembrano un lusso. Tant’è che<br />
si usano per abbellire le<br />
pareti, quando non finiscono<br />
per diventare fioriere.<br />
Ma i recipienti in rame sono<br />
davvero un lusso per la<br />
cucina?<br />
di Amedeo Sandri<br />
Il rame è un ottimo conduttore <strong>del</strong> calore: ogni eccesso di calore si propaga rapidamente<br />
verso il resto <strong>del</strong>l’utensile. Una casseruola in rame reagisce dunque in maniera assai rapida<br />
alle variazioni di temperatura, cosa che assicura una cottura uniforme sull’intera superficie<br />
<strong>del</strong> recipiente, fondo e bordi, senza “punti caldi” o punti di surriscaldamento che intrappolerebbero<br />
le molecole, le carbonizzerebbero, finendo col dare un gusto di bruciato a tutto il<br />
piatto. Il caliéro appeso alla catena <strong>del</strong> camino e tenuto fermo col sóco nel momento <strong>del</strong><br />
rimestamento, riceveva fiamma diretta solo sul fondo, ma la polenta all’interno “borbottava<br />
a pieni polmoni” in ogni sua parte e, alla fine, sapeva da brustolìn, ma non da bruciato. Con<br />
il rame infatti, sembra che ci sia un miglior controllo sulla temperatura, con la possibilità di<br />
farla variare a volontà senza troppa inerzia, cosa assolutamente indispensabile per le salse<br />
più <strong>del</strong>icate, per la cottura <strong>del</strong>lo zucchero e per i piatti che vanno fatti sobbollire a lungo. In<br />
quest’ultimo caso, per evitare il contatto tossico con il verderame, si usa rivestire l‘interno<br />
degli utensili di rame con uno strato di stagno puro (rame stagnato), ottenuto oggi per<br />
elettrolisi. Questa “stagnatura” deve essere rinnovata con una certa regolarità. Non si<br />
stagnano pero le “bastar<strong>del</strong>le” per montare i bianchi a neve e nemmeno i “polsonetti”<br />
utilizzati per lo zabaione, per il semplice<br />
motivo che la fusta gratterebbe e righerebbe il<br />
fondo di stagno che, come il piombo, è un<br />
materiale assai tenero. E si deve evitare di<br />
scaldare troppo una casseruola di rame<br />
stagnato, per non correre il rischio di far<br />
fondere lo stagno.<br />
È altresì giusto, per essere corretti fino in<br />
fondo, mantenere qualche esitazione nel fare<br />
l’elogio fisico <strong>del</strong> rame. Infatti, da un punto di