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nasce la sensibilità al glutine - Adi

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196<br />

PREVENZIONE DEL DIABETE MELLITO MEDIANTE DIETA<br />

G. De Pergo<strong>la</strong>, A. Ammirati, S. Bavaro, D. Caccavo, A. Gesuita<br />

Ambu<strong>la</strong>torio di Nutrizione Clinica, U.O.C. di Oncologia Medica, Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana (D.I.M.O.)<br />

Università degli Studi di Bari ALDO MORO, Policlinico di Bari, Bari<br />

Introduzione<br />

Gravata d<strong>al</strong><strong>la</strong> rapida urbanizazione, dai cambiamenti<br />

delle abitudini <strong>al</strong>imentari e d<strong>al</strong> diffondersi di un<br />

modello di vita sedentario, <strong>la</strong> incidenza del diabete<br />

tipo 2 è aumentata a livello epidemico, par<strong>al</strong>le<strong>la</strong>mente<br />

a quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> obesità, donde l’acronimo di diabesità.<br />

Il diabete tipo 2 rappresenta quindi un importante<br />

problema soci<strong>al</strong>e, che, per il numero e <strong>la</strong> gravità<br />

delle complicanze indote d<strong>al</strong><strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia, è responsabile<br />

di un significativo incremento del<strong>la</strong> spesa pubblica,<br />

sopratutto nei paesi in via di sviluppo. Pertanto,<br />

i medici hanno l’obbligo di porre in essere strategie<br />

che invertano <strong>la</strong> tendenza epidemiologica del diabete<br />

tipo 2, modificano lo stile di vita del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione,<br />

e quindi il livello di attività fisica, <strong>la</strong> quantità<br />

di cibo assunto e <strong>la</strong> qu<strong>al</strong>ità degli <strong>al</strong>imenti. Qui sono<br />

riferite le attu<strong>al</strong>i conoscenze sull’<strong>al</strong>imentazione corretta,<br />

che dovrebbero rappresentare <strong>la</strong> base per educare<br />

i pazienti <strong>al</strong><strong>la</strong> prevenzione del diabete.<br />

Dieta Mediterranea<br />

La dieta mediterranea è un modello di <strong>al</strong>imentazione<br />

tipicamente ricca in olio di oliva, verdura, legumi,<br />

cere<strong>al</strong>i, frutta fresca, frutta secca e pesce e povera<br />

in carne e derivati grassi del <strong>la</strong>tte. Studi prospettici<br />

condotti in popoli del mediterraneo hanno<br />

dimostrato che l’aderenza a questo modello di dieta<br />

riduce significativamente <strong>la</strong> incidenza del diabete<br />

mellito 1 . In partico<strong>la</strong>re, uno studio longitudin<strong>al</strong>e<br />

recente (PREDIMED Study) ha dimostrato che <strong>la</strong><br />

dieta mediterranea, arricchita in olio di oliva o frutta<br />

secca, dimezza l’incidenza del diabete mellito<br />

rispetto ad una dieta standard di controllo, pur in<br />

assenza di modificazioni del peso corporeo e del<br />

livello di attività fisica 2 .<br />

Per quanto concerne l’effetto dell’olio di oliva, il<br />

KANWU Study ha dimostrato che <strong>la</strong> maggiore<br />

assunzione di acidi grassi moninsaturi (MUFA), di<br />

cui è ricco l’olio di oliva, con <strong>la</strong> corrispettiva riduzione<br />

dell’introito di grassi saturi (SFA), induce un<br />

aumento del<strong>la</strong> <strong>sensibilità</strong> insulinica del 10%, senza<br />

influenzare <strong>la</strong> secrezione dell’ormone 3 . D’<strong>al</strong>tra<br />

parte, l’effetto dei MUFA è presente soltanto se <strong>la</strong><br />

percentu<strong>al</strong>e dei grassi del<strong>la</strong> dieta è inferiore <strong>al</strong> 37%<br />

delle c<strong>al</strong>orie tot<strong>al</strong>i 3 . Un <strong>al</strong>tro effetto dei MUFA è<br />

quello antinfiammatorio che, associato a quello sull’azione<br />

insulinica, può rendere ragione del ruolo<br />

protettivo del<strong>la</strong> dieta mediterranea supplementata<br />

con olio di oliva (1 litro a settimana) sul rischio di<br />

sviluppare il diabete tipo 2 1 . Per quanto attiene <strong>al</strong><strong>la</strong><br />

frutta secca, sia il PREDIMED Study 2 , che ha utilizzato<br />

noci per 4 anni, sia il Nurses’ He<strong>al</strong>th Study 4 ,<br />

che ha utilizzato burro di noci o arachidi per 16<br />

anni, hanno dimostrato che il maggiore consumo di<br />

noci si associa ad un ridotto rischio di sviluppare il<br />

diabete tipo 2.<br />

Un <strong>al</strong>tro studio (He<strong>al</strong>th Profession<strong>al</strong>s Follow-up<br />

Study), condotto per circa 20 anni in una popo<strong>la</strong>zione<br />

di uomini, ha confermato che l’aderenza <strong>al</strong><strong>la</strong><br />

dieta medirerranea, così come <strong>al</strong><strong>la</strong> dieta DASH o ad<br />

<strong>al</strong>tri modelli di dieta s<strong>al</strong>utare, riduce il rischio di<br />

diabete soprattutto nei soggetti in sovrappeso od<br />

obesi 5 . Il pattern dietetico comune <strong>al</strong><strong>la</strong> dieta mediterranea<br />

e agli <strong>al</strong>tri modelli di dieta è caratterizzato<br />

da una elevata assunzione di <strong>al</strong>imenti di origine<br />

veget<strong>al</strong>e ricchi in fibre (frutta, verdura, legumi,<br />

soia, <strong>al</strong>imenti integr<strong>al</strong>i), un consumo moderato di<br />

<strong>al</strong>cool ed una scarsa assunzione di carne rossa e<br />

processata (hamburger, wurstel, s<strong>al</strong>cicce grasse,<br />

ecc), sodio, <strong>al</strong>imenti zuccherati, bevande dolcificate<br />

con fruttosio e <strong>al</strong>imenti ricchi in acidi grassi trans<br />

(merendine, patatine fritte, ecc) 5,6 .<br />

Fibre<br />

ADI MAGAZINE 3, 2011; 15 - www.adiit<strong>al</strong>ia.com<br />

È stato riferito che le fibre caratterizzano <strong>la</strong> dieta<br />

mediterranea, ed un loro maggiore introito, soprattutto<br />

se re<strong>al</strong>izzato con cere<strong>al</strong>i integr<strong>al</strong>i, induce una<br />

significativa riduzione del rischio di diabete 7 . Ad<br />

esempio, <strong>la</strong> sostituzione isoc<strong>al</strong>orica del riso bianco<br />

con riso integr<strong>al</strong>e ha dimostrato di ridurre il rischio<br />

di diabete, indipendentemente da <strong>al</strong>tri fattori dietetici<br />

o comunque attinenti <strong>al</strong>lo stile di vita 8 . Oltre che<br />

di fibre, gli <strong>al</strong>imenti integr<strong>al</strong>i sono ricchi di magnesio,<br />

che potenzia l’azione insulinica ed il cui introito<br />

corre<strong>la</strong> inversamente con <strong>la</strong> incidenza di diabete<br />

tipo 2 7 . Alcuni studi hanno osservato un’asso -<br />

ciazione inversa tra i quintili di assunzione di legu-

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