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nasce la sensibilità al glutine - Adi

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198<br />

Thè<br />

Altri studi prospettici hanno dimostrato un minore<br />

rischio di sviluppare il diabete nei soggetti che bevono<br />

<strong>al</strong>meno una tazza <strong>al</strong> giorno di thè rispetto a quelli<br />

che non assumono t<strong>al</strong>e bevanda 17,23 . T<strong>al</strong>e associazione<br />

è più chiara con il thè nero che con quello verde 23 .<br />

Alcool<br />

L’He<strong>al</strong>th Profession<strong>al</strong>s Follow-up Study ha dimostrato<br />

che il consumo leggero o moderato di <strong>al</strong>cool<br />

è tra i parametri che caratterizzano i modelli di dieta<br />

s<strong>al</strong>utare che favoriscono <strong>la</strong> prevenzione del diabete<br />

5 . Una meta-an<strong>al</strong>isi di 370.000 individui con 12<br />

anni di follow-up ha mostrato una re<strong>la</strong>zione ad U,<br />

con una riduzione del rischio di diabete del 30-40%<br />

tra i soggetti che consumano 1-2 drinks <strong>al</strong> giorno in<br />

confronto agli astemi o ai forti bevitori 24 . Inoltre, il<br />

rischio di diabete è risultato simile tra quelli che<br />

consumano 3 o 4 drinks <strong>al</strong> giorno e gli astemi 24 .<br />

Studi condotti in soggetti norm<strong>al</strong>i hanno dimostrato<br />

che il consumo moderato di <strong>al</strong>cool (intorno ai 20 g<br />

di <strong>al</strong>cool <strong>al</strong> giorno, prev<strong>al</strong>entemente come vino)<br />

induce aumento del<strong>la</strong> <strong>sensibilità</strong> <strong>al</strong>l’insulina 25 , un<br />

minore incremento del<strong>la</strong> glicemia e del<strong>la</strong> insulinemia<br />

dopo un pasto 26 ed un aumento del<strong>la</strong> produzione<br />

di adioponectina 25,27 . Infine, un recente studio<br />

prospettico, condotto in donne normopeso, ha<br />

dimostrato che il consumo light o moderato di<br />

<strong>al</strong>cool riduce il rischio di sviluppare sovrappeso od<br />

obesità nell’arco di 12 anni, indipendentemente da<br />

fumo, età e livello di attività fisica 28 . Pertanto, gli<br />

effetti del consumo moderato di <strong>al</strong>cool su peso corporeo,<br />

glicemia, insulinemia e adiponectina possono<br />

spiegare il minore rischio di diabete tipo 2 29 .<br />

Per<strong>al</strong>tro, l’eccessivo consumo di <strong>al</strong>cool ha multipli<br />

effetti metabolici deleteri che includono natur<strong>al</strong>mente<br />

eccessivo introito c<strong>al</strong>orico, obesità e <strong>al</strong>treazioni<br />

del metabolismo del glucosio, ma anche <strong>la</strong><br />

pancreatite e <strong>al</strong>terazioni del<strong>la</strong> funzione epatica. Il<br />

ramo o<strong>la</strong>ndese dell’EPIC-NL Study ha recentemente<br />

dimostrato che l’effetto protettivo del consumo<br />

moderato di <strong>al</strong>cool aumenta se i soggetti hanno<br />

parametri aggiuntivi virtuosi, come avere un peso<br />

norm<strong>al</strong>e, <strong>al</strong>imentarsi in maniera corretta e praticare<br />

esercizio fisico 30 .<br />

Lipidi<br />

Un <strong>la</strong>voro pubblicato 10 anni fa d<strong>al</strong> Finnish Diabetes<br />

Prevention Study aveva chiaramete dimostrato<br />

che <strong>la</strong> riduzione dell’introito tot<strong>al</strong>e di grassi, insie-<br />

me <strong>al</strong>le modificazioni di <strong>al</strong>tri parametri (riduzione<br />

dei grassi saturi ed aumento delle fibre nel<strong>la</strong> dieta,<br />

incremento del livello di attività fisica, perdita di<br />

peso) induce una significativa riduzione del rischio<br />

di diabete nell’arco di 3 anni 31 . Per<strong>al</strong>tro, se <strong>la</strong> dieta<br />

è caratterizzata da una elevata percentu<strong>al</strong>e di grassi<br />

(39% delle c<strong>al</strong>orie tot<strong>al</strong>i), essa si associa ad una<br />

ridotta responsività del<strong>la</strong> β-cellu<strong>la</strong>, indipendentemente<br />

d<strong>al</strong><strong>la</strong> qu<strong>al</strong>ità dei grassi assunti con <strong>la</strong> dieta 32 .<br />

Le diete povere in fibre e caratterizzate da una elevata<br />

densità energetica, come quelle ricche in grassi,<br />

aumentano il rischio di diabete 33 .<br />

Fast food (carne rossa, carne processata,<br />

patatine fritte)<br />

L’<strong>al</strong>imentazione presso i fast food (McDon<strong>al</strong>d etc)<br />

si caratterizza per un maggiore consumo di <strong>al</strong>imenti<br />

qu<strong>al</strong>i carne rossa, carne processata (hamburger,<br />

wurstel, s<strong>al</strong>cicce grasse, ecc) e patatine fritte.<br />

Numerosi studi epidemiologici e metan<strong>al</strong>isi hanno<br />

dimostrato che gli individui che consumano una<br />

maggiore quantità di carne, e in partico<strong>la</strong>re carne<br />

rossa e processata (hamburger, wurstel, s<strong>al</strong>cicce<br />

grasse, ecc), hanno un maggiore rischio di sviluppare<br />

il diabete 5,6,34 . Per quanto attiene <strong>al</strong> meccanismo<br />

diabetogeno, l’abitudine di mangiare frequentemente<br />

presso i fast food induce aumento di peso ed insulino-resistenza<br />

35 e, quindi, maggiore rischio di diabete.<br />

Sicuramente gli acidi grassi saturi (SFA) e gli<br />

acidi grassi trans esercitano un ruolo sfavorevole<br />

sul<strong>la</strong> <strong>sensibilità</strong> <strong>al</strong>l’insulina, sebbene <strong>al</strong>cuni autori<br />

ipotizzino che anche il ferro dell’eme, contenuto<br />

nel<strong>la</strong> carne rossa, possa esercitare un effetto sfavorevole<br />

sul metabolismo glucidico 36 . Accanto <strong>al</strong><strong>la</strong><br />

carne rossa e processata, anche il maggiore consumo<br />

di patatine fritte si associa ad un maggiore<br />

rischio di diabete 37 . Questi dati assumono partico<strong>la</strong>re<br />

interesse nelle diete caratterizzate da bassa percentu<strong>al</strong>e<br />

di carboidrati, in cui aumenta in termini<br />

percentu<strong>al</strong>i ed assoluti <strong>la</strong> quantità di proteine e lipidi,<br />

che quindi non dovrebbero derivare d<strong>al</strong><strong>la</strong> carne<br />

rossa e processata 38 . Per quanto concerne <strong>la</strong> possibile<br />

influenza del consumo di pesce sul rischio di diabete,<br />

i dati epidemiologici disponibili sono ancora<br />

scarsi e contradditori.<br />

Fruttosio e bevande zuccherate<br />

ADI MAGAZINE 3, 2011; 15 - www.adiit<strong>al</strong>ia.com<br />

Mentre il consumo di frutta fresca e verdura riduce<br />

il rischio di diabete, un elevato introito di succhi di<br />

frutta dolcificati con fruttosio si associa ad<br />

un’<strong>al</strong>terazione del<strong>la</strong> tolleranza glucidica nei soggetti<br />

geneticamente predisposti 39 .

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