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nasce la sensibilità al glutine - Adi

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218<br />

attuare le prime tappe dell’educazione <strong>al</strong>imentare;<br />

in questa fase del<strong>la</strong> crescita, infatti, il modo di <strong>al</strong>imentarsi<br />

del bambino subisce profonde modificazioni<br />

dovute <strong>al</strong><strong>la</strong> progressiva introduzione di cibi<br />

nuovi nel<strong>la</strong> dieta, <strong>al</strong>l’adattamento <strong>al</strong><strong>la</strong> frequenza dei<br />

pasti dell’adulto, <strong>al</strong>l’acquisizione di maggiori capacità<br />

di autorego<strong>la</strong>zione: attraverso una dieta diversificata<br />

si permette <strong>al</strong> bambino un’apertura maggiore<br />

verso i sapori, senza però insistere di fronte <strong>al</strong> rifiuto<br />

di <strong>al</strong>cuni cibi, che potranno essere apprezzati più<br />

avanti nel tempo. Dai tre ai sei anni il bambino ha<br />

bisogno di ripetute esposizioni <strong>al</strong> cibo prima di<br />

poter sviluppare una preferenza; è inoltre ampiamente<br />

dimostrato che il consumo di cibo in mensa<br />

offre maggiori possibilità del contesto familiare nel<br />

rendere più accettabile e gradito un <strong>al</strong>imento. Una<br />

problematica sempre più frequente fra i bambini è<br />

<strong>la</strong> “selettività”, in <strong>al</strong>tre parole <strong>la</strong> tendenza a ridurre<br />

drasticamente <strong>la</strong> varietà degli <strong>al</strong>imenti quotidianamente<br />

assunti. Per ottenere un cambiamento significativo<br />

nelle preferenze <strong>al</strong>imentari del bambino,<br />

l’esperienza sensori<strong>al</strong>e deve essere multimod<strong>al</strong>e; <strong>la</strong><br />

so<strong>la</strong> esperienza visiva non è sufficiente, anzi spesso<br />

i bambini tendono a “mangiare con gli occhi”, per<br />

cui vanno aiutati a scoprire anche gli <strong>al</strong>tri sensi stimo<strong>la</strong>ndo<br />

così attenzione e curiosità verso <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong>.<br />

An<strong>al</strong>izziamo quindi i cinque sensi nel dettaglio:<br />

LA VISTA permette di percepire forme, dimensioni<br />

e colore (e segni partico<strong>la</strong>ri che ci fanno identificare<br />

un cibo come accettabile o no).<br />

L’UDITO ci da <strong>al</strong>cune indicazioni su maturazione,<br />

stagionatura, croccantezza... Quando parliamo di<br />

udito, ci vengono subito in mente per esempio i suoni<br />

del<strong>la</strong> cucina durante <strong>la</strong> preparazione di un pasto.<br />

IL TATTO ci permette di “di<strong>al</strong>ogare con<br />

l’<strong>al</strong>imento attraverso stimoli qu<strong>al</strong>i <strong>la</strong> ruvidezza, <strong>la</strong><br />

granulosità, <strong>la</strong> pastosità, <strong>la</strong> durezza, <strong>la</strong> gommosità,<br />

<strong>la</strong> temperatura, irritazione (cibi piccanti)… ecc.<br />

L’OLFATTO è il più complicato dei 5 sensi perché<br />

può dare innumerevoli sensazioni, ma è anche il<br />

senso “più forte”! Mentre mangiamo, l’odore di un<br />

cibo ris<strong>al</strong>e d<strong>al</strong><strong>la</strong> bocca e ci permette di identificarlo.<br />

IL GUSTO in stretta re<strong>la</strong>zione con l’olfatto, è un<br />

senso un po’ difficile da sperimentare, ci permette di<br />

identificare quattro fondament<strong>al</strong>i categorie di sapori,<br />

in <strong>al</strong>tre parole il sa<strong>la</strong>to, acido, dolce e amaro.<br />

Gener<strong>al</strong>mente, i bambini preferiscono il dolce perché<br />

è legato <strong>al</strong><strong>la</strong> prima infanzia (esso porta con sé il<br />

desiderio di regressione e di coccole). Oltre <strong>al</strong><strong>la</strong><br />

natur<strong>al</strong>e propensione per il sapore dolce, ci sono<br />

numerosi elementi che influenzano le preferenze<br />

<strong>al</strong>imentari: fattori prenat<strong>al</strong>i (ereditarietà, <strong>al</strong>imenta-<br />

ADI MAGAZINE 3, 2011; 15 - www.adiit<strong>al</strong>ia.com<br />

zione materna durante gravidanza e <strong>al</strong><strong>la</strong>ttamento,<br />

utilizzo di <strong>la</strong>tte artifici<strong>al</strong>e), fattori post-nat<strong>al</strong>i (ad<br />

esempio mod<strong>al</strong>ità di svezzamento, ambiente familiare<br />

e cultur<strong>al</strong>e).<br />

È importante stimo<strong>la</strong>re i bambini <strong>al</strong>l’assaggio e<br />

degustazione di cibi nuovi ampliando così il più possibile<br />

le loro preferenze <strong>al</strong>imentari; il <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong><br />

famiglia deve andare di pari passo con le proposte<br />

educative del<strong>la</strong> refezione sco<strong>la</strong>stica e del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />

Bisogna inoltre tenere conto di due fondament<strong>al</strong>i<br />

fattori che influenzano <strong>la</strong> vita del bambino: oltre<br />

<strong>al</strong>le esigenze nutrizion<strong>al</strong>i legate <strong>al</strong>l’accrescimento è<br />

indispensabile considerare il ruolo che una corretta<br />

<strong>al</strong>imentazione gioca nel rendimento sco<strong>la</strong>stico,<br />

nel<strong>la</strong> prontezza di riflessi e nell’attenzione. È<br />

importante quindi che tutti i piatti proposti a mensa,<br />

per tutte le fasce d’età, siano semplici ed appetibili,<br />

incoraggiando così il bambino a mangiare di tutto,<br />

in modo s<strong>al</strong>utare e a considerare <strong>la</strong> permanenza a<br />

tavo<strong>la</strong> come un intermezzo piacevole <strong>al</strong>le lezioni e<br />

non come una noiosa necessità. Per riuscire a raggiungere<br />

t<strong>al</strong>e obiettivo è indispensabile <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

di tutte le parti in causa, dagli addetti <strong>al</strong> servizio,<br />

<strong>al</strong>le famiglie, agli educatori.<br />

Il momento del pasto ha per il bambino una v<strong>al</strong>enza<br />

soprattutto affettiva: d<strong>al</strong> cibo il piccolo consumatore<br />

non si aspetta v<strong>al</strong>ori nutritivi ma, piacere e<br />

gratificazione. In <strong>al</strong>cuni casi il piacere può essere<br />

sostituito d<strong>al</strong> disgusto, che in re<strong>al</strong>tà <strong>nasce</strong> da una<br />

sorta di protezione biologica dell’organismo nei<br />

confronti delle sostanze estranee. È necessario tenere<br />

presente che le preferenze e i rifiuti dei bambini<br />

non sono immodificabili: il gusto, e quindi il comportamento<br />

<strong>al</strong>imentare, è il risultato dell’esperienza<br />

e di una complessa acquisizione cultur<strong>al</strong>e e può<br />

essere modificato e rie<strong>la</strong>borato attraverso<br />

l’apprendimento. D<strong>al</strong> momento che, il pranzo a<br />

scuo<strong>la</strong> assume un significato più ampio rispetto <strong>al</strong><strong>la</strong><br />

semplice erogazione del pasto, diventando un<br />

momento di soci<strong>al</strong>izzazione con i compagni, si può<br />

utilizzare questo momento di ri<strong>la</strong>ssatezza per aiutare<br />

i bambini a sviluppare il “proprio” gusto,<br />

ampliando <strong>la</strong> scelta degli <strong>al</strong>imenti e puntando sul<strong>la</strong><br />

varietà e sul<strong>la</strong> tradizione.<br />

Il periodo di tempo che intercorre tra l’inizio e <strong>la</strong><br />

fine del pranzo dovrebbe essere reso il più gradevole<br />

possibile: ciò può avvenire attraverso una serie di<br />

fattori sia materi<strong>al</strong>i che simbolici, come l’ambiente<br />

in cui viene consumato il pasto, le stoviglie utilizzate,<br />

il modo in cui <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> viene apparecchiata, <strong>la</strong><br />

cortesia delle persone che si occupano del servizio,<br />

l’attenzione <strong>al</strong>le esigenze dei piccoli consumatori,

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