nasce la sensibilità al glutine - Adi
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attuare le prime tappe dell’educazione <strong>al</strong>imentare;<br />
in questa fase del<strong>la</strong> crescita, infatti, il modo di <strong>al</strong>imentarsi<br />
del bambino subisce profonde modificazioni<br />
dovute <strong>al</strong><strong>la</strong> progressiva introduzione di cibi<br />
nuovi nel<strong>la</strong> dieta, <strong>al</strong>l’adattamento <strong>al</strong><strong>la</strong> frequenza dei<br />
pasti dell’adulto, <strong>al</strong>l’acquisizione di maggiori capacità<br />
di autorego<strong>la</strong>zione: attraverso una dieta diversificata<br />
si permette <strong>al</strong> bambino un’apertura maggiore<br />
verso i sapori, senza però insistere di fronte <strong>al</strong> rifiuto<br />
di <strong>al</strong>cuni cibi, che potranno essere apprezzati più<br />
avanti nel tempo. Dai tre ai sei anni il bambino ha<br />
bisogno di ripetute esposizioni <strong>al</strong> cibo prima di<br />
poter sviluppare una preferenza; è inoltre ampiamente<br />
dimostrato che il consumo di cibo in mensa<br />
offre maggiori possibilità del contesto familiare nel<br />
rendere più accettabile e gradito un <strong>al</strong>imento. Una<br />
problematica sempre più frequente fra i bambini è<br />
<strong>la</strong> “selettività”, in <strong>al</strong>tre parole <strong>la</strong> tendenza a ridurre<br />
drasticamente <strong>la</strong> varietà degli <strong>al</strong>imenti quotidianamente<br />
assunti. Per ottenere un cambiamento significativo<br />
nelle preferenze <strong>al</strong>imentari del bambino,<br />
l’esperienza sensori<strong>al</strong>e deve essere multimod<strong>al</strong>e; <strong>la</strong><br />
so<strong>la</strong> esperienza visiva non è sufficiente, anzi spesso<br />
i bambini tendono a “mangiare con gli occhi”, per<br />
cui vanno aiutati a scoprire anche gli <strong>al</strong>tri sensi stimo<strong>la</strong>ndo<br />
così attenzione e curiosità verso <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong>.<br />
An<strong>al</strong>izziamo quindi i cinque sensi nel dettaglio:<br />
LA VISTA permette di percepire forme, dimensioni<br />
e colore (e segni partico<strong>la</strong>ri che ci fanno identificare<br />
un cibo come accettabile o no).<br />
L’UDITO ci da <strong>al</strong>cune indicazioni su maturazione,<br />
stagionatura, croccantezza... Quando parliamo di<br />
udito, ci vengono subito in mente per esempio i suoni<br />
del<strong>la</strong> cucina durante <strong>la</strong> preparazione di un pasto.<br />
IL TATTO ci permette di “di<strong>al</strong>ogare con<br />
l’<strong>al</strong>imento attraverso stimoli qu<strong>al</strong>i <strong>la</strong> ruvidezza, <strong>la</strong><br />
granulosità, <strong>la</strong> pastosità, <strong>la</strong> durezza, <strong>la</strong> gommosità,<br />
<strong>la</strong> temperatura, irritazione (cibi piccanti)… ecc.<br />
L’OLFATTO è il più complicato dei 5 sensi perché<br />
può dare innumerevoli sensazioni, ma è anche il<br />
senso “più forte”! Mentre mangiamo, l’odore di un<br />
cibo ris<strong>al</strong>e d<strong>al</strong><strong>la</strong> bocca e ci permette di identificarlo.<br />
IL GUSTO in stretta re<strong>la</strong>zione con l’olfatto, è un<br />
senso un po’ difficile da sperimentare, ci permette di<br />
identificare quattro fondament<strong>al</strong>i categorie di sapori,<br />
in <strong>al</strong>tre parole il sa<strong>la</strong>to, acido, dolce e amaro.<br />
Gener<strong>al</strong>mente, i bambini preferiscono il dolce perché<br />
è legato <strong>al</strong><strong>la</strong> prima infanzia (esso porta con sé il<br />
desiderio di regressione e di coccole). Oltre <strong>al</strong><strong>la</strong><br />
natur<strong>al</strong>e propensione per il sapore dolce, ci sono<br />
numerosi elementi che influenzano le preferenze<br />
<strong>al</strong>imentari: fattori prenat<strong>al</strong>i (ereditarietà, <strong>al</strong>imenta-<br />
ADI MAGAZINE 3, 2011; 15 - www.adiit<strong>al</strong>ia.com<br />
zione materna durante gravidanza e <strong>al</strong><strong>la</strong>ttamento,<br />
utilizzo di <strong>la</strong>tte artifici<strong>al</strong>e), fattori post-nat<strong>al</strong>i (ad<br />
esempio mod<strong>al</strong>ità di svezzamento, ambiente familiare<br />
e cultur<strong>al</strong>e).<br />
È importante stimo<strong>la</strong>re i bambini <strong>al</strong>l’assaggio e<br />
degustazione di cibi nuovi ampliando così il più possibile<br />
le loro preferenze <strong>al</strong>imentari; il <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong><br />
famiglia deve andare di pari passo con le proposte<br />
educative del<strong>la</strong> refezione sco<strong>la</strong>stica e del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />
Bisogna inoltre tenere conto di due fondament<strong>al</strong>i<br />
fattori che influenzano <strong>la</strong> vita del bambino: oltre<br />
<strong>al</strong>le esigenze nutrizion<strong>al</strong>i legate <strong>al</strong>l’accrescimento è<br />
indispensabile considerare il ruolo che una corretta<br />
<strong>al</strong>imentazione gioca nel rendimento sco<strong>la</strong>stico,<br />
nel<strong>la</strong> prontezza di riflessi e nell’attenzione. È<br />
importante quindi che tutti i piatti proposti a mensa,<br />
per tutte le fasce d’età, siano semplici ed appetibili,<br />
incoraggiando così il bambino a mangiare di tutto,<br />
in modo s<strong>al</strong>utare e a considerare <strong>la</strong> permanenza a<br />
tavo<strong>la</strong> come un intermezzo piacevole <strong>al</strong>le lezioni e<br />
non come una noiosa necessità. Per riuscire a raggiungere<br />
t<strong>al</strong>e obiettivo è indispensabile <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />
di tutte le parti in causa, dagli addetti <strong>al</strong> servizio,<br />
<strong>al</strong>le famiglie, agli educatori.<br />
Il momento del pasto ha per il bambino una v<strong>al</strong>enza<br />
soprattutto affettiva: d<strong>al</strong> cibo il piccolo consumatore<br />
non si aspetta v<strong>al</strong>ori nutritivi ma, piacere e<br />
gratificazione. In <strong>al</strong>cuni casi il piacere può essere<br />
sostituito d<strong>al</strong> disgusto, che in re<strong>al</strong>tà <strong>nasce</strong> da una<br />
sorta di protezione biologica dell’organismo nei<br />
confronti delle sostanze estranee. È necessario tenere<br />
presente che le preferenze e i rifiuti dei bambini<br />
non sono immodificabili: il gusto, e quindi il comportamento<br />
<strong>al</strong>imentare, è il risultato dell’esperienza<br />
e di una complessa acquisizione cultur<strong>al</strong>e e può<br />
essere modificato e rie<strong>la</strong>borato attraverso<br />
l’apprendimento. D<strong>al</strong> momento che, il pranzo a<br />
scuo<strong>la</strong> assume un significato più ampio rispetto <strong>al</strong><strong>la</strong><br />
semplice erogazione del pasto, diventando un<br />
momento di soci<strong>al</strong>izzazione con i compagni, si può<br />
utilizzare questo momento di ri<strong>la</strong>ssatezza per aiutare<br />
i bambini a sviluppare il “proprio” gusto,<br />
ampliando <strong>la</strong> scelta degli <strong>al</strong>imenti e puntando sul<strong>la</strong><br />
varietà e sul<strong>la</strong> tradizione.<br />
Il periodo di tempo che intercorre tra l’inizio e <strong>la</strong><br />
fine del pranzo dovrebbe essere reso il più gradevole<br />
possibile: ciò può avvenire attraverso una serie di<br />
fattori sia materi<strong>al</strong>i che simbolici, come l’ambiente<br />
in cui viene consumato il pasto, le stoviglie utilizzate,<br />
il modo in cui <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> viene apparecchiata, <strong>la</strong><br />
cortesia delle persone che si occupano del servizio,<br />
l’attenzione <strong>al</strong>le esigenze dei piccoli consumatori,