nasce la sensibilità al glutine - Adi
nasce la sensibilità al glutine - Adi
nasce la sensibilità al glutine - Adi
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
ADI MAGAZINE 3, 2011; 15 - www.adiit<strong>al</strong>ia.com<br />
Un <strong>al</strong>tro punto importante in questa dinamica pericolosa<br />
è che “l’egoismo” è assolutamente vietato,<br />
bisogna quindi sacrificarsi per gli <strong>al</strong>tri.<br />
Questo implica che percepire, assecondare i bisogni<br />
<strong>al</strong>trui a scapito dei propri comporta una conseguenza<br />
inevitabile: “Questi bisogni ora vanno anche soddisfatti”.<br />
Il meccanismo che si attiva in questo caso<br />
è di tipo proiettivo: “Come si reagirebbe se si chiedesse<br />
qu<strong>al</strong>cosa a qu<strong>al</strong>cuno che non ha intenzione di<br />
soddisfare <strong>la</strong> nostra richiesta?”. La risposta è quasi<br />
sempre <strong>la</strong> stessa, ci si sentirebbe offesi, feriti. La<br />
logica conseguenza di questo atto difensivo é di<br />
convincersi di offendere o ferire qu<strong>al</strong>cuno se non si<br />
soddisfa una richiesta potendolo fare. D<strong>al</strong> proprio<br />
punto di vista si preferisce quindi non rischiare,<br />
reprimendosi piuttosto che prendere conoscenza dei<br />
propri desideri, per non par<strong>la</strong>re poi di cedere a quello<br />
che si vuole davvero per sé.<br />
La sopportazione è una sorta di cerotto psicologico:<br />
se io sopporto, tu non te ne vai e sono tranquillo. Un<br />
ragionamento che tranquillizza, si cerca di conquistare<br />
<strong>la</strong> propria sicurezza nel<strong>la</strong> sopportazione che<br />
porta ad una conseguenza nota in pazienti con<br />
disturbi dell’<strong>al</strong>imentazione: sacrificarsi. Quando si<br />
offre a questi pazienti <strong>la</strong> possibilità di intraprendere<br />
un percorso psicoterapeutico, una delle scuse più<br />
comuni che si utilizza è questa: “È proprio impossibile,<br />
non ho tempo, il <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong> casa, i bambini..”.<br />
Hanno raramente tempo per sé, si <strong>la</strong>mentano spesso<br />
di questo, ma quando gli si chiede cosa potrebbero<br />
fare se avessero più tempo da dedicare a sè stessi <strong>la</strong><br />
risposta è quasi sempre <strong>la</strong> stessa: “Quando non ho<br />
dei doveri da compiere e non ho nul<strong>la</strong> da fare mi<br />
annoio!!!”. La noia è segno che a livello soggettivo<br />
il tempo passa troppo lentamente. Con <strong>la</strong> noia si<br />
percepisce un vuoto interiore insopportabile che il<br />
cibo deve riempire letter<strong>al</strong>mente; il tempo risulta<br />
fortemente di<strong>la</strong>tato e in qu<strong>al</strong>che modo si accelera il<br />
suo svolgere mangiando. Ancora una volta il cibo<br />
svolge una funzione equilibratrice, <strong>la</strong> percezione<br />
sgradevole del<strong>la</strong> noia attraverso il cibo viene ricondotta<br />
ad una più accettabile via di mezzo. La dimensione<br />
cultur<strong>al</strong>e di ciò che s’è appreso è molto radicata<br />
in questo tipo di patologia. Ad esempio un<br />
principio molto difficile da scardinare è questo:<br />
“Prima il dovere e poi il piacere”. Dovere è tutto ciò<br />
che si deve fare, piacere è tutto ciò che si desidera<br />
fare. Il piacere è però qu<strong>al</strong>cosa di sconveniente di<br />
irrazion<strong>al</strong>e che costa e che non produce nul<strong>la</strong>. Soddisfare<br />
i bisogni <strong>al</strong>trui è un dovere che viene anteposto<br />
<strong>al</strong> piacere di soddisfare i propri. La conseguenza<br />
se si disobbedisce a questo principio è di<br />
sentirsi in colpa se ci si concede un piacere senza<br />
aver prima assolto il proprio dovere.<br />
…Io esisto in funzione dell’<strong>al</strong>tro…<br />
205<br />
Un <strong>al</strong>tro principio importante è quello che aiutare<br />
gli <strong>al</strong>tri è bene lottare per sè stessi è m<strong>al</strong>e. Chi aiuta<br />
non ha bisogno, cura, si preoccupa, si sacrifica,<br />
senza avvertire i propri bisogni anzi li soffoca. In<br />
cambio di questo sacrificio, ottiene una moneta<br />
molto importante, gli vengono riconosciuti: forza e<br />
potere.<br />
La sensazione di essere forte e onnipotente passa<br />
d<strong>al</strong><strong>la</strong> convinzione che gli <strong>al</strong>tri dipendono da quello<br />
che si fa per loro e quindi devono portare rispetto ed<br />
essere riconoscenti tutto questo dà un senso di sicurezza.<br />
Ciò che emerge chiaramente è che non bisogna<br />
mai chiedere nul<strong>la</strong> per sé per non sentirsi egoisti.<br />
Gli obesi quindi incarnano concetti nei qu<strong>al</strong>i si<br />
annul<strong>la</strong>no quasi completamente come disponibilità,<br />
parsimonia, etc., che sono vissuti in modo rigido in<br />
quanto il prezzo del<strong>la</strong> flessibilità è essere ass<strong>al</strong>iti<br />
d<strong>al</strong><strong>la</strong> paura.<br />
Una riflessione che ci viene d<strong>al</strong>le numerose testimonianze<br />
di pazienti è che a loro dire non avrebbero<br />
una sufficiente coscienza di sé per riuscire a “fare<br />
<strong>la</strong> parte dei cattivi”.<br />
L’an<strong>al</strong>isi bioenergetica fornisce gli strumenti<br />
adeguati ad un <strong>la</strong>voro terapeutico per pazienti<br />
obesi<br />
Aspetti fondament<strong>al</strong>i nel<strong>la</strong> terapia psicocorporea<br />
sono il concetto di schema corporeo e d’immagine<br />
corporea. Per schema corporeo s’intende <strong>la</strong> rappresentazione<br />
delle caratteristiche spazi<strong>al</strong>i del proprio<br />
corpo che l’individuo ricava a partire d<strong>al</strong>le informazioni<br />
provenienti dagli organi di senso.<br />
Per immagine corporea s’intende il modo in cui il<br />
soggetto sperimenta e considera il proprio corpo,<br />
cioè il modo in cui il corpo appare a noi stessi.<br />
I pazienti con problematiche di dipendenza <strong>al</strong>imentare<br />
hanno un carattere che contiene molti tratti tipici<br />
del periodo or<strong>al</strong>e (prima infanzia):<br />
- Scarso senso d’indipendenza; Tendenza ad<br />
aggrapparsi agli <strong>al</strong>tri; Ridotta espressione dell’aggressività.<br />
Un profondo bisogno interiore di essere tenuti,<br />
appoggiati e curati ecc.<br />
D<strong>al</strong> punto di visto energetico il carattere or<strong>al</strong>e è<br />
caratterizzato da una carica e da una forza ridotta.<br />
La respirazione del carattere or<strong>al</strong>e è poco profonda<br />
e dà conto del basso livello energetico del<strong>la</strong> person<strong>al</strong>ità.<br />
Il vissuto del<strong>la</strong> person<strong>al</strong>ità or<strong>al</strong>e è quello<br />
del<strong>la</strong> deprivazione, <strong>al</strong>cune persone manifestano