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MALATTIE CHIRURGICHE DELL'ESOFAGO

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ACALASIA CARDIO-ESOFAGEA (c. d. CARDIOSPASMO). MEGAESOFAGO<br />

Con questa denominazione, viene indicata una sindrome da turbata motilità della<br />

porzione distale dell’esofago e del cardias, in cui l’assenza dei movimenti peristaltici<br />

esofagei ed il mancato rilasciamento del cardias al passaggio del bolo alimentare determina,<br />

dapprima, un’ipertrofizzazione della muscolatura della parete esofagea con estasia<br />

dell’esofago e successivo. ingravescente sfiancamento della parete del viscere, che<br />

finisce con l’assumere forme di grottesche. Proprio a causa di questo notevole in grandimento<br />

con cui l’esofago si presentava alla loro osservazione, gli Autori parlavano in<br />

passato di megaesofago.<br />

Nel tentativo di spiegare i meccanismi di formazione di tale alterazione, la malattia<br />

venne pure chiamata cardiospasmo, nella erronea supposizione che alla base dello<br />

sfiancamento dell’esofago ci fosse uno spasmo del cardias, contro cui la muscolatura<br />

esofagea dovesse lottare e, quindi, si ipertrofizzasse per poi sfiancarsi.<br />

Il nome di cardiospasmo va tenuto presente nella memoria perché ancora oggi esso<br />

viene usato da molti, non più come termine che vuole spiegare la patogenesi della<br />

malattia, ma come denominazione storica e tradizionale, ormai stabilitasi nell’uso comune.<br />

Quindi, è soltanto a questo patto che si può continuare ad usare questo termine,<br />

purchè si tenga presente che di spasmo, nella genesi della malattia, ce n’è ben poco,<br />

come è dimostrato dalla facilità con cui è possibile far scendere sonde e tubi d’ogni<br />

calibro nello stomaco, senza incontrare la benché minima resistenza.<br />

Ma allora, come stanno effettivamente le cose?<br />

Secondo i dati più recentemente emersi da studi funzionali sul comportamento della<br />

pressione endoesofagea (esofagomanometria) e Röntgen-cinematografici, l’ostacolo al<br />

progredire del bolo alimentare dall’esofago allo stomaco non è dovuto ad uno spasmo,<br />

ma ad una incapacità del segmento esofageo cardiale ad aprirsi per permettere il<br />

passaggio del bolo alimentare. Verrebbe cioè a mancare il riflesso di apertura del<br />

cardias, per cui, la moderna denominazione della malattia, espressiva di queste nuove<br />

vedute è quella di acalasia cardio-esofagea.<br />

Aver deciso di usare una definizione più corretta da un punto di vista patogenetico,<br />

non significa però che abbiamo chiarito esaurientemente tutti i meccanismi della<br />

malattia. Allo stato attuale delle nostre conoscenze, abbiamo visto che il sistema<br />

valvolare del cardias non si apre, ma non sappiamo perché e non sappiamo bene che<br />

altro succede.<br />

Abbiamo già detto che è di comune osservazione il fatto peculiare che, in questa<br />

malattia dell’esofago, è sempre facile passare sonde nello stomaco, un fatto che non<br />

sarebbe possibile se la porzione cardiale dell’esofago fosse serrata da uno spasmo.<br />

Esami radiografici seriati e, ancora meglio sequenze Röntgen-cinematografiche, hanno<br />

chiaramente evidenziato che le onde peristaltiche che accompagnano il bolo alimentare<br />

attraverso la faringe in questi pazienti si esauriscono nel tratto iniziale dell’esofago e, a<br />

ulteriore differenza rispetto alla normalità, nei tratti sottostanti, compaiono, a diversi<br />

livelli, piccole, inefficienti, incoordinate, irregolari onde, che rivelano la loro futilità,<br />

mostrandosi incapaci di progredire verso il cardias. La parete esofagea può talvolta<br />

ospitare contrazioni di tipo clonico, che riducono magari il diametro esofageo locale, ma<br />

senza che mai si esplichi un’azione coordinata e finalizzata a far progredire il bolo<br />

alimentare verso lo stomaco.<br />

Questi fenomeni suggeriscono chiaramente un difetto dell’innervazione intrinseca<br />

dell’organo e, in effetti, l’istologia ha chiaramente dimostrato la presenza nella parete<br />

dei megaesofagi delle gravi alterazioni regressive dei plessi intramurali di Auerbach,<br />

che ricordano suggestivamente quelle presenti nel megacolon idiopatico, una<br />

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