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MALATTIE CHIRURGICHE DELL'ESOFAGO

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abolendo totalmente il tono del diaframma, lo fa risalire verso l’alto. Lo stesso effetto<br />

può essere provocato da certe lesioni del midollo cervicale.<br />

La relaxatio diaframmatica è particolarmente frequente a sinistra, mentre invece<br />

eccezionale ne è la forma bilaterale.<br />

La sintomatologia ricorda molto da vicino quella delle ernie diaframmatiche<br />

propriamente dette. Essa interessa talvolta l’apparato cardio-respiratorio più che il<br />

digerente, altre volte invece l’apparato digerente più che il cardio-respiatorio anche se la<br />

totale asintomaticità per entrambi gli apparati non è per niente eccezionale.<br />

La diagnosi di certezza si ha combinando un esame radiografico del digerente con<br />

un pneumoperitoneo. In questo modo, l’aria introdotta nella cavità peritoneale disegnerà<br />

con chiarezza il contorno della superficie inferiore del muscolo e mostrerà chiaramente<br />

la risalita dell’emidiaframma rilassato e spinto in altro, ove si abbia l’accortezza di<br />

eseguire almeno un radiogramma a malato in piedi.<br />

Quali sono i disturbi che possono essere causati dalla relaxatio del diaframma e<br />

qual è la fisiopatologia di questa affezione?<br />

Sappiamo che, nel momento in cui la gabbia toracica si espande, aumenterà la<br />

pressione negativa vigente al suo interno. Questa aumentata negatività pressoria è infatti<br />

quella che, trasmettendosi al parenchima polmonare, provocherà l’espansione del<br />

polmone che richiamerà aria dall’esterno negli alveoli polmonari, attraverso trachea e<br />

bronchi (fase inspiratoria della respirazione). Nel momento invece in cui la gabbia<br />

toracica si riduce di volume, i polmoni vengono come “spremuti” e l’aria prima<br />

inspirata viene spinta fuori (fase espiratoria della respirazione). Tutto ciò presuppone<br />

una partecipazione sinergica di tutte le superfici che individuano le dimensioni<br />

geometriche della gabbia toracica e, quindi, anche del diaframma. Quando però questo<br />

non ha tono, come avviene nella relaxatio, esso si comporterà come un inerte pezzo di<br />

tela più o meno floscio, e sarà animato da movimenti passivi paradossi analoghi a quelli<br />

che osservano nelle fratture costali doppie (i cosiddetti “volets” mobili) con uno<br />

spostamento in fuori durante l’espirazione e uno in dentro durante l’inspirazione. Questi<br />

movimenti paradossi ridurranno l’efficienza delle due componenti dell’atto respiratorio<br />

e diminuiranno quindi il volume dell’aria ventilata.<br />

La terapia di quest’affezione, sempre indicata in presenza di seri disturbi di<br />

insufficiente ventilazione, consisterà in una messa in tensione del diaframma, un po’<br />

come si fa per mettere in tensione la pelle di un tamburo, in modo che questo non sia più<br />

FIG. 17<br />

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