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MALATTIE CHIRURGICHE DELL'ESOFAGO

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Le fibre muscolari sono tanto più ipertrofiche, quanto più la malattia avanza, fino al<br />

punto in cui, però, come avviene nelle forme più antiche, si instaura un secondario<br />

assottigliamento della parete, forse da ischemia relativa.<br />

La mucosa presenta alterazioni distrofiche e flogistiche legate al cronico ristagno e<br />

all’imputridimento degli alimenti. Si possono quindi trovare erosioni insieme con vere e<br />

proprie ulcerazioni. Col tempo, lo stimolo cronico irritativo a danno della mucosa può<br />

determinare metaplasie, nel cui contesto si può talvolta sviluppare un carcinoma, che,<br />

vista la sua indubbia maggiore frequenza statistica, è stato chiamato carcinoma nel<br />

megaesofago.<br />

Da un punto di vista clinico e diagnostico, va detto che la malattia sembra più<br />

frequente nella donna che nell’uomo, che si può manifestare a qualsiasi età, compresa<br />

l’infanzia, pur prediligendo un’età compresa fra i 30 e i 50 anni.<br />

Il sintomo che comincia a catturare l’attenzione è la difficoltà a deglutire che i<br />

pazienti descrivono come una soggettiva sensazione di arresto del cibo dietro la parte<br />

inferiore dello sterno.<br />

Possono coesistere intermittenti dolori retrosternali ed epigastrici alti.<br />

Questi disturbi si aggravano gradualmente nel corso di mesi, magari anche di anni,<br />

finchè si arriva al rigurgito di cibi masticati e precedentemente ingeriti, riconoscibili<br />

come tali e sempre privi di acido cloridrico, perché mai arrivati nello stomaco.<br />

Il rigurgito è facilitato dal decubito orizzontale, può avvenire anche nel sonno, può<br />

essere parzialmente aspirato nell’albero bronchiale con le conseguenti complicazioni<br />

settiche bronco-polmonari di cui abbiamo già parlato sotto forma di bronchiti e<br />

broncopolmoniti recidivanti ab ingestis, ascessi polmonari, magari anche empiemi<br />

pleurici.<br />

L’aggravarsi della disfagia riduce pian piano le possibilità di alimentazione del<br />

paziente per cui il quadro si complica con un progressivo dimagrimento e peggioramento<br />

delle condizioni generali, che sempre di più riducono le capacità di difesa<br />

dell’organismo contro le complicanze settiche ed accentuano il fenomeno del rigurgito<br />

in pazienti incapaci di lasciare il letto.<br />

Più o meno lo stesso avviene nei bambini, solo che questi non sanno descrivere al<br />

medico la natura del loro malanno, per cui, in questi casi, la presenza di accessi di tosse<br />

notturna (provocati dall’inondazione dell’albero bronchiale da parte del cibo rigurgitato)<br />

e la presenza di saliva o cibo rigurgitato sul cuscino (segno del cuscino bagnato) sono<br />

segni che debbono bastare ad indirizzare i sospetti del medico nella giusta direzione e<br />

indicare ulteriori indagini.<br />

Radiologicamente si impone l’ectasia, che cessa bruscamente in un sottile filo<br />

opaco, con l’aspetto che i radiologi hanno suggestivamente chiamato “a coda di topo”.<br />

L’elongazione fa assumere all’esofago l’aspetto radiologico definito “a calzetta”.<br />

È importante distinguere questa malattia dagli esiti di stenosi post-ulcerative o<br />

neoplastiche del giunto esofago-cardiale, per cui, oltre alla radiologia, l’endoscopia<br />

prudentemente applicata può essere di grande aiuto diagnostico (attenti a non osservare<br />

o, peggio, curare per lungo tempo un’acalasia esofago-cardiale senza accorgersi della<br />

presenza di un cancro e farlo diventare, nel frattempo, inoperabile!).<br />

Per la terapia dell’affezione, occorre dire, prima di tutto, che le dilatazioni<br />

strumentali sono state, praticamente, abbandonate da tutti, perché incapaci di curare la<br />

malattia, anche se, in linea di principio, è vero che queste procedure possono causare<br />

brevi remissioni della sintomatologia soggettiva e che, opportunamente ripetute,<br />

consentono una certa quale confortevole sopravvivenza nei tempi brevi. Questa<br />

metodica va appresa come soluzione provvisoria, per quando vi troverete a lavorare<br />

senza avere a portata di mano un ospedale con un servizio chirurgico adeguato alla<br />

bisogna e per ragioni contingenti vi è impossibile l’invio immediato del malato in un<br />

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