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MALATTIE CHIRURGICHE DELL'ESOFAGO

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gravi periesofagiti, per cui si ricorrerà ad essa solo se assolutamente necessaria perchè<br />

un esame citologico sul liquido di lavaggio in situ (procedura che ha spesso evidenziato<br />

la presenza di un cancro che non era stato trovato con la biopsia!) non ha convinto. In<br />

questi casi, la biopsia va fatta sotto protezione antibiotica, evitando che la pinza apposita<br />

morda troppo in profondità.<br />

In casi speciali, i può ricorrere ad esami endomanometrici e allo studio di curve di<br />

perfusione acida.<br />

Il comportamento della peristalsi e la stessa funzione cardiale possono essere<br />

studiati anche introducendo una sonda a palloncino nell’esofago, ad adatta altezza, e,<br />

registrando un’eventuale curva pressoria, da cui trarre indicazioni che possono far<br />

pensare ad una dis-cinesia o a un’incontinenza cardiale, ma queste indagini richiedono<br />

attrezzature spesso complicate, che no abbiamo qui, e non aggiungono molto alle<br />

risultanze di un buon esame radiologico.<br />

Il test della perfusione acida, nella sua essenzialità, è assai semplice. Esso consiste<br />

nell’introdurre attraverso un sottile sondino una debole soluzione di acido cloridrico<br />

nell’esofago distale, col che si provocheranno nel malato dolori e bruciore che il<br />

paziente riconoscerà come esattamente sovrapponibili ai disturbi che prova<br />

spontaneamente.<br />

Lo studio minutato della secrezione gastrica dà invece accurate informazioni sulla<br />

componente peptica dei disturbi. L’ipersecrezione cloridrica e l’iperacidità non sono<br />

necessariamente presenti in tutti i casi di queste affezioni esofagee e non si deve<br />

dimenticare che l’esofagite da reflusso si può avere anche in presenza di un succo<br />

gastrico normo-acido o, addirittura, ipo-acido. Il problema è che l’esofago distale non è<br />

fatto per contenere succhi gastrici!<br />

La terapia di queste forme (a parte i casi di ernia paraesofagea, che hanno altri<br />

problemi) sarà regolata non dalla pura e semplice presenza di ernia iatale, perché questa<br />

è frequentemente asintomatica e diverse volte viene trovata addirittura per caso nel<br />

corso di esami fatti per altri scopi, ma dall’intensità e dalla persistenza dei disturbi da<br />

reflusso. In altre parole, non è l’anatomia dell’ernia iatale che noi dobbiamo correggere,<br />

ma la fisiopatologia del reflusso, per cui è l’esistenza del reflusso che pone l’indicazione<br />

chirurgica, non la presenza dell’ernia!<br />

I disturbi del reflusso si lasceranno spesso influenzare positivamente da una dieta<br />

leggera da cui saranno rigorosamente banditi spezie, caffè, alcool ed ogni sostanza che<br />

ecciti la secrezione. I pasti saranno piccoli, specie la sera, quando andrà ridotta o evitata<br />

l’ingestione di carni. Il soprappeso va ridotto con cure dimagranti che, riducendo i<br />

depositi grassi endo-addominali, faranno spazio e contribuiranno a ridurre così la spinta<br />

verso l’alto che facilita il reflusso. Si consiglierà al malato di rialzare il letto dalla parte<br />

della testa (ai nomadi che dormono sul suolo si dirà di aggiustare la sabbia in modo da<br />

creare una superficie obliqua dove dormiranno con la testa dalla parte più alta) e si<br />

descriverà loro come evitare posizioni che favoriscono il reflusso.<br />

Tutte queste misure sono palliative e possono servire a ridurre l’entità dei disturbi<br />

soggettivi del paziente, ma non possono ristabilire una normale fisiologia della giunzione<br />

esofago-gastrica e guarire la lesione per cui, ad un certo punto, bisognerà<br />

decidersi per l’esecuzione di un intervento chirurgico risolutore. Lo stesso paziente lo<br />

accetterà di buon grado, quando l’intensità dei disturbi gli ostacola una normale vita di<br />

lavoro o sociale per via del tirannico regime a cui deve assoggettarsi per controllare i<br />

sintomi del reflusso. Il consiglio ad operarsi sarà tanto più logico quanto più si tengano<br />

presenti gli eccellenti risultati che le moderne metodiche operatorie garantiscono, al<br />

prezzo di un rischio chirurgico estremamente basso, almeno nei casi non complicati.<br />

L’indicazione chirurgica si fa pressante quando la malattia passa dalla fase<br />

funzionale a quella organica (con emorragie, ulcere esofagee, stenosi, sospetto di can-<br />

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