BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road
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attute e nozioni tecniche di capolavori del cinema da “Roma città aperta” a “Fa la cosa<br />
giusta”.<br />
Mentre annuisco ritmicamente per mascherare la disattenzione, cerco di capire cosa io<br />
possa fare per dargli una mano. Dieci video con Max? Non ho i soldi. Portare dieci amici<br />
da Max? Non ho dieci amici che facciano al caso. Dare a Nicola il numero di Damiano o<br />
Gerardo? Qui mi blocco: la più sensata delle opzioni, ma non posso. L‟ho già fatto con<br />
Alessandro ed erano tempi diversi, credevo avrei spiccato il volo a breve. Invece sono<br />
ancora qui, impantanato senza scadenza, dipendente dalle loro chiamate, che mi<br />
abbevero alla loro fonte. E‟ uno schiaffo secco comprendere che se tentassi di aiutare<br />
Nicola finirei rischiando d‟inguaiarmi. Non posso dividere la brioche come quando un<br />
amico alle elementari si scordava la merenda. Fuori fa freddo, oggi nel mondo dei Duemila<br />
e oggi nel mondo degli adulti. Vita tua può voler dire mors mea e allora, fratello, ti guardo<br />
come fossi me stesso, quell‟identico me stesso lasciato in disparte, che non riesce a<br />
collocarsi, che non trova un appiglio. E il dolore più grande, credimi, è non poterti<br />
soccorrere. Tu però vai, corri, sputa sangue e spacca tutto, perché sei come me, anzi sei<br />
me, quindi me lo dice l‟istinto, la voce del cuore unita al cervello, che non meriti nulla di<br />
tutto questo. Potessi ti darei, ma non posso. E non serve pregare, non serve un “in bocca<br />
al lupo”; servono opportunità, soldi, contatti, favori se è il caso. Io sono bloccato, di pietra,<br />
una statua pericolante e non c‟è mano che possa tenderti senza rischiare di ritrovarmi in<br />
pezzi. Tu però, fratello, corri. Corri come vorrei dire a me stesso di correre, come vorrei<br />
vedere me stesso correre.<br />
Devo andare in bagno e sciacquarmi la faccia per riprendermi.<br />
Al ritorno il team si completa e nel giro di breve si parte con la seconda giornata sul set.<br />
Scorre tutto alla perfezione, ognuno fa il suo. Rispetto a ieri siamo tutti più amalgamati.<br />
Girassimo un video al mese saremmo una macchina da guerra.<br />
Tra un ciak e l‟altro si mangia qualcosa, si scambiano pareri sugli argomenti più disparati,<br />
si scherza anche. Nel tardo pomeriggio le riprese si dichiarano concluse ed ora a Max<br />
serviranno grosso modo tre settimane per il montaggio e l‟elaborazione grafica. Non c‟è<br />
problema, con quel poco che posso mettere sul piatto capisco bene che debba dare<br />
precedenza ad altro, e dopotutto io non ho necessità fulminea di avere il video. Nel mentre<br />
ritirerò il disco dalla stamperia, preparerò i comunicati per TV, radio, siti e riviste e tradurrò<br />
il tutto anche in inglese per alcuni contatti mediatici internazionali. E‟ solo l‟inizio, insomma.<br />
Spazio per la noia non ce n‟è.<br />
Ci scambiamo tutti un abbraccio e una stretta di mano guardandoci negli occhi. E‟ stata<br />
una due giorni molto positiva, ora non mi resta che riaccompagnare Guenda e A.B. e poi<br />
potrò rilassarmi di fronte alla mia classica pizza domenicale. A domani ci pensiamo<br />
domani, per intanto teniamoci in tasca la soddisfazione di oggi e di ieri. «Stai per svoltare»<br />
direbbe qualcuno, io invece non dico niente.<br />
Si naviga a vista, marinai. E si rema intanto, si rema e basta.<br />
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