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BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road

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LA NOTTE DELLE STREGHE<br />

Guardare il sedile del passeggero e sentirsi un cretino. Ma che cazzo…<br />

Mantello scuro, bastone e in più cipria e matita nera fregate a mia mamma. Mi tocca fare il<br />

vampiro stasera.<br />

Mi sciroppo mezz‟ora di superstrada fra una contemplativa autoironia e il contagiri del<br />

nervoso che sale. Bocciate le mie idee del maniaco sessuale e di un più canonico Gomez<br />

Addams. Per che cosa? Per la grande originalità del Conte Dracula. Avrò solo un miliardo<br />

di cloni attorno, sai che gusto.<br />

Parcheggio e cerco di citofonare. Mille nomi, maremma maiala, e pure i codici. Milanesi<br />

del menga.<br />

«Sì?»<br />

«Buonasera, cercavo una vergine a cui succhiare del sangue»<br />

«Ha-ha, cretino! Sali, dai». In realtà la battuta me l‟ha troncata a metà, non doveva finire<br />

così. E devo pure risuonare.<br />

«Sì?». Come se niente fosse, stesso tono di prima.<br />

«Ehm, scusa, ma dove?»<br />

«Oh che palle! Scendo io, va‟».<br />

Clic. Giù il citofono. E lo sa benissimo che mi sta facendo incazzare, lo fa apposta. Ci<br />

prova pure gusto.<br />

«Ué sveglione, son qui, nè!». Sbuca dopo un paio di minuti da chissà quale porta sul retro.<br />

«Mari, io prima di fine serata ti butto in un fosso!». Faccio il finto incazzato, lasciando<br />

trasparire che in fondo scherzo.<br />

«Ma mica volevi succhiarmi il sangue?». Sorride, con la sua battutina carina. Ora la<br />

sistemo io.<br />

«Veramente cercavo una vergine».<br />

Uh-uh, la signorina accusa il colpo. Un secondo di silenzio la tradisce, così come anche<br />

l‟unica parola che dopo quello riesce a proferire: “Sss…stronzo!”. E si sa che quando una<br />

donna dice «stronzo»…dice «stronzo». Neanche il tempo di contare fino a due e abbiamo<br />

le labbra appiccicate. Mi piacciono le sue braccia attorno al collo e la maniera in cui con le<br />

mani mi tocca la testa, è delicata ma salda allo stesso tempo, ha uno stile tutto suo.<br />

«Muoviti strega, che mi devi ancora truccare». Saliamo.<br />

Eccomi quindi nel mondo di Marilena, una casa condivisa con altre due ragazze. Due<br />

universitarie, mi dice, senza alcun nesso con lei, nel senso che non è un appartamento di<br />

tre amiche a un certo punto votatesi alla vita indipendente in città.<br />

«Io sono l‟ultima arrivata»<br />

«Ma ti era proprio necessario levarti da casa?»<br />

«Da Cremona a qui son più di ottanta chilometri, non ce la facevo a farla tutti i giorni avanti<br />

e indietro». Ah ecco, Cremona. A me era rimasto in testa che fosse di Crema, sarà che ho<br />

degli amici là e ogni volta associo tutto a quello.<br />

«Ma scusa, Crema e Cremona quanto distano precisamente?»<br />

«Una quarantina di chilometri»<br />

«Alla faccia, pensavo meno. E Crema è in provincia di Cremona?»<br />

«Sì»<br />

«Mi sembrate uno scioglilingua»<br />

«Scemo. Vieni qui, chiudi gli occhi che ti devo mettere la cipria».<br />

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