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BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road

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«Lei è la vicedirettrice di un‟azienda di servizi che lavora con gli aeroporti. Suo padre è il<br />

presidente, la ditta è di famiglia. Sono molto benestanti»<br />

«Va bene, quindi?»<br />

«Mia sorella fa yoga con lei e chiacchierando era saltato fuori che a breve la sua<br />

assistente se ne andrà. Insomma, te la taglio corta: mia sorella ha organizzato la serata<br />

per far sì che c‟incontrassimo»<br />

«Ma questi lavorano anche su Milano?»<br />

«Adesso ci arrivo, aspetta. Quindi giovedì sera abbiamo fatto due chiacchiere informali,<br />

poi ieri pomeriggio sono andata da lei in ufficio. Mi ha presentato anche suo padre. Gira e<br />

rigira, nonostante l‟atmosfera rilassata, è stato un colloquio. Han voluto sapere vita, morte<br />

e miracoli»<br />

«Ma si è arrivati a un dunque o che?»<br />

«Sì, ed è questo di cui ti volevo parlare con calma. L‟azienda è solo a Roma, <strong>Matt</strong>ia»<br />

Mi si blocca il fiato. Tentenno: «Ma…ma quindi ti han presa?». Non capisco se mi stia<br />

dando il benservito o che altro.<br />

«No, non abbiam concluso niente nero su bianco…ma gli sono piaciuta. Ora ci devo<br />

pensare perché se voglio, alla fine dei conti, m‟han fatto intendere che il posto è mio».<br />

Io smetto di guardarla negli occhi e fisso la finestra. Senza che nessuno me l‟abbia detto<br />

mi sento un intruso. Ho la bocca secca e vorrei un bicchiere d‟acqua, ma è come se non<br />

potessi chiederlo, come se fosse scaduto quel tacito permesso grazie al quale in questa<br />

casa ero autorizzato a muovermi come fosse anche un po‟ mia, aprendo i mobiletti, il<br />

rubinetto, sedendomi a tavola senza sentirmi d‟intralcio.<br />

«<strong>Matt</strong>ia, non fare quella faccia, non ho detto che ci vado»<br />

«Mari, non fraintendermi, ma se mi devo levare di torno dillo subito»<br />

«Ma chi ti ha detto una cosa del genere?!»<br />

«Scusa…m‟era sembrato, hai ragione. Ma quindi come stanno messe le cose in termini di<br />

tempo, adesso? E cosa combini con Damiano e i vari altri, molli tutto?»<br />

«Donatella mi ha detto che posso rifletterci un paio di settimane. Le devo far sapere al più<br />

tardi il nove di maggio. La posizione sarà libera da inizio giugno, ma è logico che se io dico<br />

di no devono avere tempo per finalizzare con qualcun altro»<br />

«E‟ chiarissimo che ti vogliano. Ti stan tenendo il posto in caldo, dai…»<br />

«Sì, te l‟ho detto infatti, me l‟han lasciato capire. Di sicuro anche il fatto che mia sorella sia<br />

amica della vice mi ha fatto partire da una posizione diversa»<br />

«Quindi, nel caso, con Milano tagli i ponti?»<br />

«Ci ho pensato alle fiere e tutto il carrozzone, ma ci riflettevo già da tempo: <strong>Matt</strong>ia, non ho<br />

più vent‟anni e nemmeno venticinque. Ho acquisito altre competenze nel mentre, ma la<br />

maggior parte dei lavori che mi arrivano sono in primo luogo per la faccia, perché<br />

insomma…e diciamolo, per una volta: perché non sono un cesso. Passata una certa<br />

soglia però semplicemente non sei più fresca, non sei una diciannovenne. Io non devo<br />

pensare ad ora, devo pensare avanti, a cosa ne sarà fra cinque anni, dieci anni, eccetera.<br />

E una volta che passi i trentatré-trentaquattro ce n‟è una su cinquanta che s‟infila nella<br />

gestione, che diventa una supervisor o roba del genere. Le altre invece rimangono a<br />

spasso o si attaccano ai mariti. Io sinceramente non voglio rischiare quella fine»<br />

«Lo so Mari, ti capisco. Hai ragione»<br />

«E considera un‟altra cosa: mi hanno già accennato che prenderei a ridosso dei duemila al<br />

mese per i primi sei mesi, poi anche qualcosa di più. Son circa gli stessi soldi che faccio<br />

ora ma…»<br />

«Con la malattia, le ferie, i contributi, eccetera eccetera»<br />

«Esatto. A me, ora come ora, se capita un‟influenza finisce che ci smeno una settimana di<br />

lavoro. Cinquecento Euro che non mi entrano non sono uno scherzo».<br />

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