BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road
BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road
BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
10<br />
MATURARE<br />
Il telefono che squilla mi distrae dal contemplare i cachi spuntati sull‟albero dei nostri<br />
confinanti. Si prospetta un grande autunno, per loro ma anche un po‟ per noi grazie al<br />
ramo che oltrepassa la rete.<br />
Ogni volta che vedo un numero sconosciuto ho quell‟attimo di sussulto, so che quasi<br />
sicuramente è lavoro. Infatti trattasi di un inedito Enrico, mai sentito, mai visto e mai<br />
nominatomi. Evidentemente però qualcuno fra Damiano e Gerardo gli ha fatto il mio nome.<br />
«…stiamo lanciando questa nuova branca dell‟agenzia dedicata alle promozioni. Mi hanno<br />
detto che sei uno brillante e ti piace lavorare in mezzo alla gente»<br />
«Dimmi pure». Con voce brillante, da uno a cui piace lavorare in mezzo alla gente.<br />
«E‟ una cosa un po‟ diversa dalle fiere, quindi dimmi se ti piace o no, non sei obbligato»<br />
«Guarda, le fiere sono il mio primo obiettivo, ma all‟occorrenza sono sempre aperto a<br />
valutare dell‟altro»<br />
«Ecco, qui per i ragazzi si parla di promozioni di prodotti gastronomici o finanziari»<br />
«Cioè?»<br />
«Tipo un certo formaggio o certe carte di credito»<br />
«Hmm…»<br />
«In contesti come le piazze, i centri commerciali, i mercati…»<br />
«Ho capito. Guarda Enrico, in tutta sincerità ti dico che non sono cose che m‟interessano<br />
granché. Il fatto è che mi sono laureato, quindi senza disprezzare quello che tu mi proponi<br />
penso comunque che le fiere con Damiano siano tutt‟altro ambiente. Quello che hai per le<br />
mani tu l‟avrei fatto senza problemi durante gli studi, ora sono in una posizione diversa»<br />
«Capisco»<br />
«Comunque la cosa potrebbe interessare ad alcuni miei amici, nel caso te li dirotto»<br />
«Perfetto, grazie mille allora».<br />
Recito anch‟io il mio grazie e la telefonata si conclude. In occasioni del genere mi torna<br />
sempre in mente una mia professoressa dell‟università, quella del corso di traduzione e<br />
interpretariato. Fra le nozioni per essere dei buoni interpreti ci aveva anche detto di<br />
puntare a far riconoscere la nostra professionalità. L‟esempio era stato lampante, semplice<br />
e vero, una di quelle storie di vissuto contro cui non si può obiettare. Più che su cosa fare,<br />
verteva su cosa non fare: «Ricordatevi che voi siete lì come interpreti, non come servetti.<br />
Anche se non c‟è nulla da fare e ve lo chiedono, non tocca a voi svuotare i cestini o<br />
andare a prender l‟acqua per tutti. L‟imbianchino a casa non vi pulisce il gabinetto mentre<br />
aspetta che si asciughi la vernice, no?». Ottimo il messaggio esplicito, ma anche quello<br />
implicito: chi si abbassa è perduto, fai il servetto un minuto e te lo faran fare sempre.<br />
Quindi qui la cosa si trasla alla mia cara agenzia: vai a vender formaggio una volta e sei<br />
marchiato a oltranza. No grazie, questa dev‟essere una strada verso l‟alto, non una<br />
spalmata generale da factotum. Che mi chiamino quando hanno bisogno un esperto in<br />
lingue.<br />
Il giorno dopo, altra telefonata ma personaggio noto: Gerardo.<br />
«Pronto»<br />
«Ciao Alessandro, scusa se ti disturbo, eh…»<br />
«Gerardo, sono <strong>Matt</strong>ia»<br />
«Ah sì, scusa, scusa, <strong>Matt</strong>ia»<br />
«Non c‟è problema. Ma volevi parlare con me?»<br />
«Sì, sì, ho sbagliato solo il nome, scusa, scusa»<br />
64