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BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road

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del genere e credo inoltre non faticherei a relazionarmi col microcosmo di entità e<br />

dinamiche che fanno loro da contorno.<br />

Realtà già note come di fresca scoperta le vado a stanare tutte in Rete e le salvo tra i<br />

preferiti della mia nuova cartella, la cartella “Lavoro”, carica a curriculum riordinato già di<br />

una decina di nomi ma destinata ad ingrassare tra una mossa telematica e l‟altra. Infatti a<br />

mercoledì, mentre l‟Italia commemora la liberazione, siamo già a venticinque e con il<br />

venerdì della settimana seguente raggiungiamo quota quaranta. Da qui la necessità di<br />

fermarmi un attimo e completare l‟invio della sostanza ai selezionati, a chi secondo il più<br />

pratico metodo dell‟e-mail con presentazione generale e tandem CV/foto in allegato, a chi<br />

invece tramite gli infiniti, iperdettagliati e ancora infiniti formulari annessi ai siti. Ogni volta<br />

che mi addentro in una sezione “Opportunità”, “Lavora con noi” o “Jobs” c‟è sempre da<br />

tenere le dita incrociate, perché se s‟incappa in un formulario, cari signori, gettiamo<br />

l‟ancora e un giro di lancetta lunga qui ce lo facciamo tutto: non c‟è mai uno standard, si<br />

trova sommarietà laddove ci sarebbe esigenza di approfondimenti e si richiedono<br />

approfondimenti laddove basterebbe la sommarietà.<br />

Moduli da una pagina sono rarità. Mediamente ne hanno due o tre, con risposte a cui<br />

spuntare la casella o per cui addentrarsi in menù a tendina con opzioni predefinite, ad<br />

ognuna delle quali la parte razionale del cervello controbatte «Eh, ma…» e quella<br />

ragionevole replica «Che te frega, clicca». Gli spazi destinati alla libera digitazione sono<br />

contati e sono pure i peggiori, perché se da un lato è sacrosanto menzionare che titolo di<br />

studio si possiede e quando/come/dove lo si è conseguito, dall‟altra parte io non sono<br />

disposto a dover fare mente locale o a ribaltare vecchi scatoloni in cantina solo per<br />

scrivere il giorno in cui mi è stata conferita la licenza media. Conto l‟anno a ritroso con le<br />

dita, il mese lo scrivo a logica e il giorno lo butto lì del tutto, tanto voglio vedere chi mai<br />

verrà a contestare. Ridicolo nella sostanza anche se logico all‟apparenza è avere poi un<br />

riquadro per elencare le proprie qualità e i propri interessi: per le prime, sfido chiunque a<br />

scrivere qualcosa che si discosti dal mostrare buona volontà e capacità di adattamento,<br />

che mai nessuno oserebbe dichiararsi talmente dittatore da non sopportare il lavoro di<br />

squadra o talmente menomato da non avere la capacità di risolvere problemi in<br />

autonomia; per i secondi è invece tutto un gioco psicologico, perché qualsiasi sia la<br />

menzione è chiaro si verrà catalogati in base al relativo stereotipo, come anche si capisce<br />

che una lista lunga o corta più di un tot inviterà a farsi etichettare come una persona con<br />

troppi grilli per la testa oppure come una persona senza sufficienti stimoli. Da non citare<br />

poi, se non in casi specifici, l‟esperienza con sport da combattimento o una passione<br />

preponderante per un genere musicale che non sia il jazz: sono impressionanti detonatori<br />

di scetticismo.<br />

Digito, clicco, digito, clicco e passano mattinate e pomeriggi in serie, tutti o quasi su<br />

formulari e formulari, dove rendo nota la mia vita dalle scuole elementari alla data odierna<br />

e dal mio lifestyle ai miei brand preferiti. Poi, alla fine dell‟iter, la sola cosa comune a tutti è<br />

l‟ultima schermata: “Hai un curriculum? Caricalo qui”.<br />

E gira che ti rigira, si sono fatte già tre settimane abbondanti dalla mia laurea. Quasi un<br />

mese. Tra una cosa e l‟altra non ho avuto nemmeno tempo di ripensarci, ma la faccenda<br />

del festone apocalittico in onore del dottore l‟ho proprio lasciata perdere senza sentirne il<br />

peso. Nonostante quella minima di delusione, anche i miei amici sapevano che non l‟avrei<br />

messa in atto, non perché io sia un asociale ma per tutto un insieme di fattori di cui anche<br />

loro sono al corrente. Punto primo, il mix dei vari impegni che mi porto appresso non mi<br />

concede tempo per organizzare un evento mondano: tutti i giorni devo dedicare minimo un<br />

paio d‟ore alla gestione del retrobottega del mio programma radio -amatoriale solo per<br />

definizione burocratica SIAE- e a rimorchio arrivano anche gli articoli da confezionare per il<br />

magazine con cui collaboro, più il corso di barman. Le ventiquattro ore quindi mi si<br />

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