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BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road

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Quel che succede segue comunque una dinamica molto semplice: io ascolto, prendo nota<br />

delle esigenze e segnalo a chi di dovere. Nulla di eccezionale, faccio solo il necessario e<br />

lo guarnisco con della –dovuta, credo bene- cortesia. Altri, evidentemente, no.<br />

«Buongiorno, c‟è il gentilissimo Signor Colombo?», «Ah, ringrazi il Signor Colombo che è<br />

stato gentilissimo», «Farò arrivare un presente per il Signor Colombo, è proprio<br />

gentilissimo»...<br />

-Colombo, vaffanculo!-<br />

Diametralmente opposti sono gli episodi di sfanculamento, per giunta multilingua. Tutti<br />

avvengono nella terza giornata e arrivano da parte di espositori in lista d‟attesa che non<br />

hanno ottenuto un posto, chi imbufalito, chi in lacrime per i soldi buttati al vento per visti,<br />

biglietti d‟aereo, trasporti vari, eccetera. «Lo sapevano benissimo che non c‟era nulla di<br />

garantito», ribatte Flavia ogni volta. Io, in versione sacco da boxe telefonico, rimango<br />

dubbioso sui termini in cui questo “nulla di garantito” sia stato venduto. Che questa sia una<br />

tana di vecchie volpi è cosa ormai nota.<br />

-L’odio-<br />

Fra me e Flavia finisce come nel film di Kassovitz ed esaurita la caduta, arriva<br />

l‟atterraggio. Stranamente le dinamiche sono l‟inverso della norma: caduta relativamente<br />

breve e atterraggio invece eterno, come se la prima fosse proiettata in fast forward e il<br />

secondo in slow motion.<br />

Nelle relazioni esterne all‟ufficio, chi meglio le lecca il culo sopravvive e chi invece no se la<br />

vede grama. I regalini e le moine la esaltano e simmetricamente tutto ciò che non<br />

contempla salamelecchi finisce per renderla caustica. Ogni riverenza mancata è per lei un<br />

casus belli, l‟iscrizione della tal persona sul libro nero.<br />

Nelle relazioni interne all‟ufficio, con me è presto detto: sufficienza a pioggia e grandinate<br />

di cafoneria di quando in quando. Con Roberto invece le cose sono diverse, ma nemmeno<br />

più di tanto: a parole tutto normale, ma la chiave di lettura è da trovarsi in certi particolari<br />

silenzi. Poi ritorniamo sempre al celebre avvertimento che proprio Roberto mi aveva<br />

lanciato al briefing, parole che all‟inizio mi erano suonate superflue ma delle quali ora<br />

comprendo appieno la valenza.<br />

Nelle relazioni di corridoio, cioè quelle con gli altri uffici e i relativi membri, si vede invece<br />

una creatura diversa, come prevedibile. E‟ purtroppo nel copione di tutte le arpie da<br />

azienda, nei film come nella realtà, l‟essere cerbero nei propri due metri quadri e al<br />

contempo recitare la parte del Nobel per la Pace al di fuori di essi, coi pari ruolo e<br />

naturalmente coi superiori. Certamente solo io, Roberto e chi al mio posto è passato gli<br />

anni scorsi sappiamo con che genere di persona abbiamo a che fare; gli altri invece<br />

devono scegliere se credere ad una recita o ad eventuali reportage. Fiction o cronaca,<br />

insomma.<br />

Per tutto questo mix di atteggiamenti, arrivo al punto in cui mi è inevitabile smettere di<br />

coltivare il giardino zen, con la sua sabbietta e la sua cascatina. Essere professionali vuol<br />

dire adempiere al proprio compito e di sicuro su questo io non manco. Ciò per cui invece<br />

sviluppo intolleranza è la parte supina del concetto di professionalità, quella regola non<br />

scritta per cui dei superiori bisogna subirsi gli scleri anche se immotivati e nei toni della<br />

maleducazione. C‟è una zona nel rapporto lavorativo che interseca la sfera personale di<br />

ciascuno e ciò avviene quando vengono toccati i tasti –naturalmente per chi ce li ha-<br />

dell‟etica e del rispetto. Per esempio, in quanto ad etica un comunista dovrebbe evitare di<br />

lavorare in ambiti dove la caccia al profitto regna sovrana; in quanto al rispetto, invece,<br />

ognuno dovrebbe andare a prendersi il proprio caffè senza ordinare ad altri di farlo, a<br />

meno che non sia nel contratto. Seguendo questo ragionamento, Flavia urta la mia etica<br />

per come conduce qualsivoglia relazione professionale e manca di rispetto nei miei<br />

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