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BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road

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che sono a posto così. Padrone della situazione, azzanno la mia cena facendo briciole<br />

ovunque mentre mi concedo una comoda navigata in Internet a puro scopo personale. In<br />

amore, in guerra e anche in pausa, tutto è lecito.<br />

Sulla cresta dell‟onda dei fattacci miei tiro le ventuno e dieci e mentre a casa mi starei<br />

gustando “Spetteguless” o “I nuovi mostri”, ecco che rientra la velona locale con al seguito<br />

l‟intero manipolo di capi e capetti. Chiudo le finestre spalancate sui miei affari, mi metto<br />

sull‟attenti e una volta sopraggiunto anche Roberto ecco che la cricca si disperde, tutti<br />

verso i propri uffici, sorridenti e pieni come portaombrelli in Scozia. Quando la porta si<br />

chiude, si palesa un odore di grigliata intenso tanto quanto quello di una canna accesa a<br />

un concerto dal tizio a fianco. Se prima ero soddisfatto e calmo, adesso con questi aromi<br />

che svampano non posso che immaginare immensi girarrosto, grasso che gronda, fiamme<br />

che abbrustoliscono la carne fuori e la lasciano al sangue dentro, contorni di patate al<br />

forno, camerieri con le braccia doloranti per il peso delle portate…<br />

Sennonché un rutto di Roberto, contenuto ma pur sempre una fialetta al vino marcio, mi<br />

riporta alla realtà, nonostante il sogno rimanga incastonato in due dita abbondanti di<br />

acquolina. Ormai so che restano solo scampoli della partita odierna, ma si parte per un<br />

confronto a tre sull‟andamento generale e sulle proiezioni per i giorni a seguire. Roba di<br />

rito, ma prende comunque mezz‟ora con Flavia che poi si alza, impugna il cappotto e dice:<br />

«Bene, possiamo andare». Sissignora.<br />

«<strong>Matt</strong>ia, chiudi tu fra un quarto d‟ora, allora?». E io che pensavo che la frase precedente<br />

includesse anche me.<br />

«Ehm, sì sì, Flavia».<br />

«Carico come oggi, domani, eh!» mi dice Roberto, cercando di riparare in simpatia al tiro<br />

mancino della sciura.<br />

«Tranquillo» e gli allargo il sorriso anch‟io.<br />

«Ciao <strong>Matt</strong>ia, buona serata»<br />

«Ciao Flavia». E buona serata dove, sui mezzi?<br />

Lascio scivolare l‟ultimo quarto d‟ora nel silenzio più totale. Fiera chiusa al pubblico già<br />

dalla mezza e tutti col solo pensiero di andare a casa, quindi totale inutilità della mia<br />

presenza.<br />

Ventuno e cinquantanove, arriva in corridoio una guardia giurata mentre sto spegnendo il<br />

computer e impugnando lo zaino. «Si chiude!» esclama, con la voce squillante e la<br />

cadenza infastidita di chi vuole redarguire i drogati di lavoro.<br />

Giorni 3-4-5: motori avanti tutta<br />

Si procede a cannone. Mi sento come un treno a vapore inarrestabile verso la meta,<br />

ingranaggi semplici ma meccanismi perfetti, sudore e risultati, il minimo di carbone e il<br />

massimo di distanza percorsa. Perché il segreto è sempre la qualità della locomotiva.<br />

-Il gentilissimo Signor Colombo-<br />

Nel corso della tre giorni s‟instaura un rapporto idilliaco con gli espositori, che mi frutta<br />

regali e proposte di ogni sorta: oltre che una quantità industriale di cioccolatini, frutta e<br />

pietanze tipiche da tutto il mondo, ricevo proposte di lavoro come interprete agli stand per<br />

le cui ottime retribuzioni sarei tentato di fare ciao ciao con la manina a Flavia. Inoltre, un<br />

paio di uomini d‟affari franco-senegalesi coi quali salta fuori del mio impegno in campo<br />

musicale, addirittura m‟invitano nella loro città con un persuasivo e scioccante «<strong>On</strong><br />

organise un petit show pour toi et après…il y aura aussi des femmes», cioè vogliono farmi<br />

esibire dal vivo e poi mi dicono che ci saranno anche delle donne, con tanto di occhiolini e<br />

inequivocabili gesti con le mani. Non me ne voglia nessuno, io per primo mi trovo in<br />

imbarazzo di fronte a sparate del genere. Cioè, suonare all‟estero? Oh cavoli!<br />

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