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BRILLANTE LAUREATO OFFRESI - Matt Manent - On the Road

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E tu mi dai speranza, me ne dai quel tanto che basta. Mi riempirai i giorni, le notti, mi<br />

aiuterai a ritrovare me stesso facendomi trovare un nuovo me stesso. Sto già riprendendo<br />

colore, sto già riprendendo fiato ma questo voglio che quando arrivo me lo mozzi per un<br />

lungo, eterno secondo. Fammi perdere un battito e poi regalamene uno che ne valga<br />

cento, mille, un milione. Fallo, perché io quel che ricevo ridò due volte. Tu dammi un seme<br />

che io ti porterò il fiore. E mentre questa giornata scorre, scivola, fluisce senza che io<br />

possa fermare il tempo, mi preparo ad un passo che vale quanto la prima corsa di un<br />

puledro, quanto il primo salto di un bambino.<br />

Ricevo telefonate, ascolto le raccomandazioni delle zie, i saluti timidi dei cuginetti, le<br />

parole semplici di mio nonno che lasciò casa che era un ragazzino.<br />

Tu vali questo, tu rappresenti questo. Sei la mia porta per un ciclo che si ripete nelle<br />

generazioni, sei una nuova prospettiva mentre decido cosa verrà con me e cosa no, cosa<br />

varrà e cosa no.<br />

Sei un desiderio, un bisogno, una pretesa, un lusso, l‟essenza: sei tutto fuorché qualcosa<br />

di scontato, tutto fuorché un obbligo. E se assieme sei anche un rischio, ti autorizzo a<br />

mettermi a repentaglio, perché non c‟è avventura senza azzardo. Punto sul tuo numero, ti<br />

strizzo l‟occhio, credo in te. Sii dalla mia se me lo merito, o sii dalla mia perché io sono io.<br />

Perché ti sorrido, perché mi scaldo, perché mi appassiono, perché non cedo, perché tento,<br />

perché mi apro, perché parlo, perché mi dono. Semplicemente: perché amo.<br />

Quindi baciami.<br />

E ora che è passata l‟intera giornata, che ho riorganizzato tutto tre volte, che ho cenato coi<br />

miei fingendo fosse una sera normale, si è fatta ora di andare a letto. Una preventiva<br />

nostalgia fa a spintoni con l‟emozione. Sotto le coperte mi giro e mi rigiro, passa mezz‟ora,<br />

accendo la luce, mi alzo, riapro l‟armadio e decido di portare con me anche un giubbetto<br />

più pesante e un maglione, perché settembre a volte fa gli scherzi e perché dopo<br />

settembre verranno altri mesi. Le cerniere si chiudono di nuovo, prendo la bilancia, peso<br />

tutto una volta ancora.<br />

Venti chili di valigia, dieci di bagaglio a mano. Al limite. Anzi no, sarò in netto sovrappeso.<br />

Avrò a tracolla una borsa stracolma di speranze, del dovere di avere speranze. Non ho<br />

altra scelta se non quella di guardare avanti.<br />

Domani sono da te. Finalmente. Berlino.<br />

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