Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria
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<strong>Parma</strong> vince la repubblica, mentre per la Costituente furono 6 i parmigiani eletti,<br />
due dei quali saranno ministri, Giacomo Ferrari ai Trasporti e Giuseppe Micheli<br />
alla Marina mercantile. Scelte che ebbero il loro valore, anche nel testimoniare<br />
alla città un riconoscimento per il contributo eroico alla lotta per la liberazione. Il<br />
gonfalone di <strong>Parma</strong> venne insignito di medaglia d’oro al valore militare nel<br />
dicembre 1947 dal Presidente della Repubblica pro tempore De Nicola.<br />
La ricostruzione e la rinascita civile non trascorsero senza difficoltà, a causa di<br />
scontri che riflettevano la precaria situazione occupazionale. Si deve dare atto al<br />
senso di responsabilità dei lavoratori e degli imprenditori parmigiani, se le<br />
vertenze furono composte senza traumi insanabili.<br />
c. c. La La ripresa ripresa sociale<br />
sociale<br />
Nell’immediato dopoguerra <strong>Parma</strong> vive in un clima contraddistinto da dure<br />
tensioni sociali. Ma, per fortuna, molti lavorano e l'opera di ricostruzione<br />
procede. I servizi hanno ripreso a funzionare; molte aziende sono già<br />
«produttive». Le fabbriche tradizionali si avviano alla normalità. Nascono molte<br />
attività nuove. Nella frazione di Golese, un artigiano del luogo, Gino Salvarani,<br />
offre in vendita, attraverso annunci sulla Gazzetta di <strong>Parma</strong>, «mobili di ogni tipo»,<br />
garantendo «solidità, eleganza, convenienza»: sono i prodromi della grande<br />
Salvarani che, negli anni del boom, segnerà una delle più affascinanti realtà<br />
dell'industria italiana. La città riacquista il suo volto, anche nelle sfumature più<br />
curiose. Ricompaiono i vecchi landò, riapre il «diurno», si rivedono i negozi tipici<br />
di un tempo. Ma è soprattutto l'edilizia che si segnala per fervore operativo e<br />
produttività. Sugli spazi liberati dalle macerie della guerra, sorgono nuove case:<br />
c'è una libertà di gusto certo discutibile ma l'importante è ricostruire per lavorare.<br />
E <strong>Parma</strong> in questa opera si presenta in modo positivo. I quartieri Prati Bocchi<br />
diventano area fabbricabile e l'Istituto Autonomo Case Popolari - presieduto<br />
dall'ing. Carlo Ferrari, un socialista che per molti anni offre un valido contributo<br />
alla gestione della cosa pubblica – vi inizia la edificazione di un quartiere che<br />
cresce a dismisura ed oggi popolatissimo.<br />
In una situazione economica in fase di ripresa e di cui l’edilizia costituiva un<br />
motore, l’amministrazione pubblica favorì le attività costruttive senza fermarsi<br />
troppo ad analizzare le caratteristiche qualitative e volumetriche degli edifici, la<br />
loro destinazione e le conseguenze che comportavano nel quadro generale della<br />
città. Il progetto del piano regolatore mise in evidenza le mescolanze delle<br />
costruzioni, dalle più varie caratteristiche, senza definire l’ordine delle loro<br />
funzioni specifiche, tanto da confondere in un unico contesto, specialmente a<br />
nord-ovest, zone industriali e residenziali senza diaframmi separatori,<br />
contribuendo così a dilatare la città a macchia d’olio. Il piano regolatore postbellico,<br />
nato sotto lo stimolo dell’urgenza, non fu concepito tanto per favorire<br />
uno sviluppo costruttivo indiscriminato, ma soprattutto per modificare l’antica<br />
configurazione del centro storico con l’inserimento di larghe strade e<br />
conseguentemente di edifici fuori scala rispetto ai rapporti volumetrici<br />
preesistenti.<br />
In questo contesto generale si decolla verso la normalità, anche se non pochi,<br />
viste le difficoltà locali (e qualcuno per evitare guai), prendono la via<br />
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