Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria
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Dal 1951, il ministro dell'Interno Mario Scelba solleva dai loro incarichi gli ex<br />
partigiani che<br />
avevano costituito reparti di polizia.<br />
Tuttavia bisogna dire che <strong>Parma</strong> ha molti difetti però ha anche una qualità. È una<br />
città tollerante. È una città che ha avuto delle esclusioni servili in alcuni momenti<br />
ma non è una città che non abbia la capacità di dialogare anche con l’avversario.<br />
A <strong>Parma</strong> alla fine della guerra non ci sono stati i fenomeni di caccia al nemico<br />
ideologico invece avvenuti in altre città. Finiti gli scioperi sindacali tornavano<br />
tutti a lavorare con passione perché la fabbrica era sentita come una cosa propria,<br />
non esterna, e questo fa parte forse dell’identità che la città non ha perso.<br />
Rosine Rosine Rosine - …e …e il il ruolo ruolo del del lavoro lavoro femminile? femminile?<br />
Durante il secondo conflitto mondiale, le donne avevano ricoperto ruoli<br />
importanti a livello economico e produttivo: spesso infatti dovettero sostituire i<br />
mariti richiamati alle armi. Pur lavorando nella maggior parte dei casi nel settore<br />
tessile ed in quello alimentare, esse si trovavano in larga misura anche alla catena<br />
di montaggio, nei pubblici impieghi e nei campi, ove affrontavano le attività più<br />
faticose e tradizionalmente riservate agli uomini.<br />
Nei primi anni del dopoguerra le donne (che dal 1946 votano: ciò rappresenta il<br />
loro primo significativo passo verso l'emancipazione) costituiscono gran parte dei<br />
due milioni di disoccupati registrati nel 1947; ciò è dovuto soprattutto alla<br />
ristrutturazione dell'industria tessile (di cui l'atelier delle sorelle Fontana è<br />
l'esempio più fulgido) e manifatturiera ad altissima composizione operaia<br />
femminile. Per esempio, nello specifico dell'industria vetraria parmense, le donne<br />
erano destinate ai reparti “scelta e controllo” in quanto ritenute più abili<br />
manualmente e più capaci di svolgere lavori ripetitivi in confronto alle loro<br />
controparti maschili.<br />
Nel 1954 in Italia ci sono due milioni e mezzo di occupate in meno rispetto al<br />
dopoguerra e il 40% degli iscritti all'ufficio di collocamento sono donne. Vari<br />
fattori contribuiscono infatti a sostenere l'offerta di lavoro femminile, quali la<br />
diminuzione dei tassi di natalità, l'alleggerimento del peso del lavoro domestico e<br />
la necessità di contribuire al reddito familiare. A partire dalla seconda metà degli<br />
anni '50 le donne espulse dal manifatturiero tradizionale vengono riassorbite in<br />
quei settori dove la meccanizzazione dei processi produttivi permette la<br />
sostituzione. della manodopera maschile qualificata; produzione di massa ed<br />
accentuazione della quantità rispetto alla qualità portano alla richiesta di una<br />
manodopera flessibile, mobile, dequalificata, caratteristiche queste che<br />
storicamente connotano la forza lavoro femminile. Nel 2000, la Camera di<br />
Commercio della nostra città ha fondato il Comitato per la promozione<br />
dell'imprenditorialità femminile.<br />
Le sue attività si imperniano sul produrre idee e strumenti riguardo lo sviluppo e<br />
la qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell'imprenditoria,<br />
attivando anche sinergie produttive sul territorio, promuovendo indagini<br />
conoscitive sulla situazione imprenditoriale femminile ed in generale aiutando<br />
l'inserimento attivo delle donne nel mondo dell'impresa e del lavoro. Anche i<br />
principali decisori a livello territoriale promuovono convegni, seminari, progetti e<br />
strumenti a favore dell' imprenditoria e dell' occupazione femminile.<br />
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