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Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria

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. La La BARILLA: BARILLA: lo lo sviluppo sviluppo dalla dalla commercializzazione<br />

commercializzazione<br />

commercializzazione<br />

di un’idea “familiare”<br />

a cura di Maria<br />

Per le gravi ripercussioni della guerra, sin dal suo inizio avvertite nel Parmense, si<br />

registrò una sensibile contrazione della produzione industriale a causa delle<br />

alterazioni del mercato interno ed internazionale e della forte dispersione delle<br />

maestranze. L’agricoltura ottenne invece un significativo riconoscimento con<br />

l’assegnazione alla provincia di <strong>Parma</strong> da parte del regime fascista della “Spiga<br />

d’oro” il 15 ottobre 1941 quale premio per i risultati raggiunti nella “Battaglia del<br />

Grano”.<br />

Per le industrie iniziò a quell’epoca il periodo delle restrizioni e del tesseramento,<br />

che ne vincolarono l’attività, come testimoniato dalle parole di Pietro Barilla che<br />

evidenziano il drammatico quadro generale della situazione determinatosi nel<br />

periodo bellico: «La guerra aveva cambiato molte cose... un imprenditore<br />

programma, lavora di fantasia, rischia di vincere o di perdere. Era invece ormai<br />

impossibile decidere qualcosa. Lavoravamo radiocomandati. La tessera scandiva<br />

la produzione. Ci inviavano tante materie prime per fabbricare un certo numero<br />

di quintali di pasta e di pane da distribuire in zone stabilite da Roma ... C’era una<br />

rete di scambi clandestini. Chi aveva soldi trovava di tutto, ma la gente, quella<br />

base di consumatori che per dieci anni avevamo cercato di allargare, poteva<br />

comprare solo pasta nera. E poi gli allarmi, le ore passate in rifugio. Esistevano<br />

anche problemi finanziari. Nei giorni felici avevamo messo da parte qualche<br />

milione. Ci siamo dissanguati per tener vivo il ritmo della fabbrica».<br />

I provvedimenti adottati per la ripresa delle attività iniziarono a produrre effetti<br />

significativi sul finire degli anni ‘40, quando la politica economica italiana,<br />

avvertite le esigenze degli ambienti industriali, fu finalmente orientata a garantire<br />

il conseguimento di obiettivi di produttività e competitività.<br />

La La La La rinascita rinascita rinascita rinascita<br />

Nel dopoguerra il prodotto “Barilla”presentava dei problemi legati soprattutto<br />

alla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e alla loro relativa<br />

qualità. I prodotti non soddisfacevano prima di tutto l’azienda perchè<br />

ricordavano i tempi della povertà e del tesseramento.<br />

Nel 1947 intanto morì Riccardo Barilla, il fondatore dell’industria, e alla guida<br />

dell’azienda gli succedettero i figli Pietro e Gianni. Nello stesso anno si concluse la<br />

fase del tesseramento annonario e, allora, la Barilla decise di svincolare la propria<br />

produzione dalle forniture statali destinate all’esercito, e di vivere di solo<br />

mercato. In tal modo si aprì il periodo moderno dell’azienda che nel 1952<br />

sospese la produzione del pane per dedicarsi esclusivamente alla produzione della<br />

pasta, venduta non più sfusa ma nelle prime confezioni standardizzate.<br />

La Barilla viveva un momento particolare, difficile ma anche interessante. Il<br />

mercato italiano del dopoguerra, terminato il periodo del tesseramento, dava<br />

segni di voler ripartire: si intravedevano, a breve termine, buone possibilità,<br />

soprattutto per il mercato alimentare, colpito duramente – in qualità e quantità –<br />

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