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Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria

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2. 2. Testimonianze Testimonianze di di di uomini uomini… uomini<br />

a cura di Rosine<br />

a. GIACOMO FERRARI prefetto e sindaco di <strong>Parma</strong><br />

<strong>Parma</strong> e le sue istituzioni ricordano Giacomo Ferrari come una delle più<br />

importanti figure della città poiché egli è stato un capo partigiano, un dirigente<br />

politico del PCI, prefetto di <strong>Parma</strong> tra il 45 e 46, membro della Costituente,<br />

ministro dei Trasporti nel secondo governo di coalizione nazionale presieduto da<br />

De Gasperi fino al ‘47, sindaco di <strong>Parma</strong>. E' comunque riuscito ad acquistare<br />

autorevolezza e statura a livello nazionale senza mai rinunciare alla sua identità<br />

parmigiana e all’amore per la sua terra.<br />

Giacomo Ferrari è stato il sindaco di <strong>Parma</strong> che ha saputo ricostruire e<br />

modernizzare la città durante gli anni molto critici.<br />

Nato da una famiglia borghese di tradizioni repubblicane e democratiche, aderì<br />

fin da giovane al partito socialista. Consegui una laurea in ingegneria. Dopo la<br />

prima guerra mondiale ritornò a <strong>Parma</strong>, dove lavorò per il consorzio delle<br />

cooperative d’orientamento sindacalista rivoluzionaria e venne eletto consigliere<br />

provinciale per il partito socialista.<br />

Nei primi anni ‘40, con diversi altri intellettuali parmigiani, aderì al partito<br />

comunista e divenne Comandante unico delle formazioni partigiane parmensi<br />

dopo la morte di Giacomo di Crollalanza detto “Pablo”.<br />

Dopo la Liberazione le sue scelte politiche riuscivano a intrecciarsi brillantemente<br />

con le sue competenze professionali, sia che dovesse assumere il compito di<br />

ministro dei trasporti nel governo De Gasperi o che si trattasse di ricoprire la<br />

carica di sindaco a <strong>Parma</strong> tra il 1951 e il 1963, quando si trattò di gestire la<br />

ricostruzione e la modernizzazione della città. Fu il primo prefetto di <strong>Parma</strong><br />

(unico comunista in Emilia), fu eletto alla Costituente nel 1946 e senatore per il<br />

Partito Comunista Italiano negli anni 1948 – 1953.<br />

Giacomo Ferrari rimase sempre legato a <strong>Parma</strong>; già dagli anni ‘50 è presidente<br />

degli studi verdiani, membro del consiglio dall’amministrazione del museo<br />

“Glauco Lombardi”, membro a vita del consiglio d'amministrazione dell’ordine<br />

Costantiniano di San Giorgio. Fu presidente del consiglio regionale per la<br />

ricostruzione, membro del consiglio dell’Associazione nazionale Comuni d’Italia,<br />

del consiglio d’ amministrazione dell’Autostrada del sole e dell’Autocamionale<br />

della Cisa.<br />

Nel 1951, precisamente il 18 ottobre, improvvisamente venne richiamato a <strong>Parma</strong><br />

per assumere la carica di sindaco , con 26 voti a favore (su 42 votanti), nessun<br />

voto contrario, il Consiglio comunale di <strong>Parma</strong> lo elesse suo quarto sindaco dopo<br />

la fine della dittatura fascista. Ma, come egli stesso pubblicò all’assemblea, il<br />

neoeletto sindaco non si sentiva pronto per assumere la carica. Fu solo il 24<br />

novembre che Ferrari assunse definitivamente la presidenza del Consiglio<br />

comunale. Ferrari, secondo quanto si può capire dalle carte di archivio, aveva<br />

accettato di subentrare a Botteri e di concludere la legislazione amministrativa per<br />

poi eventualmente lasciare l’incarico a un nuovo sindaco. Prima di tutto era<br />

indispensabile ricomporre i rapporti tra partito e amministrazione comunale. Il<br />

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