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Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria

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Il quadro nazionale comunque è rimasto sempre caratterizzato da una profonda<br />

eterogeneità di situazioni regionali che si manifesta anche nei caratteri particolari<br />

e specifici che hanno qualificato i mutamenti della struttura economicoproduttiva<br />

e le trasformazioni sociali nelle singole regioni.<br />

La situazione economica dell’Emilia Romagna negli anni della ricostruzione e<br />

nelle fasi successive di sviluppo e di trasformazione presenta aspetti e caratteri<br />

specifici particolarmente accentuati.<br />

Nella vicenda regionale emergono diversità e sfasature rispetto alle fasi della<br />

ricostruzione e dello sviluppo così come appaiono definibili in base ai punti di<br />

svolta economici e politici a livello nazionale.<br />

A questo proposito l’evoluzione economica dell’Emilia Romagna presenta alcune<br />

particolarità non prive di importanza.<br />

In Emilia Romagna l’entità delle distruzioni belliche fu notevole, al contrario che<br />

al Nord, sia per l’agricoltura, sia per gli impianti industriali (in particolare a<br />

Modena e a Reggio). Va ricordato che in un accordo del 1944 stipulato fra la<br />

Repubblica di Salò e i tedeschi, questi ultimi si erano limitati a dare garanzie<br />

soltanto per le attrezzature esistenti a Nord del Po, mentre non si escludeva la<br />

distruzione integrale degli impianti a Sud di tale linea in caso di ritirata. In Emilia<br />

passava il fronte, vi furono inoltre parecchi bombardamenti, anche se molte<br />

imprese erano decentrate.<br />

A partire dal ’45 nelle più importanti città come nelle campagne il ruolo delle<br />

amministrazioni locali è stato di grande rilievo sia nel periodo della ricostruzione<br />

che nelle successive fasi dello sviluppo economico. La loro presenza nella vita<br />

della regione ha costituito un fattore costante attraverso il quale si è espressa una<br />

iniziativa politico- economica ed amministrativa ed una pratica di governo locale<br />

la cui influenza diretta ed indiretta sullo sviluppo economico e sociale della<br />

regione occorre riuscire a valutare compiutamente partendo dagli anni della<br />

ricostruzione.<br />

Nelle città i problemi che alla fine della guerra si ponevano con maggior urgenza<br />

erano quelli del ripristino del tessuto delle infrastrutture sociali e civili<br />

indispensabili alla vita della generalità dei cittadini: le case, i trasporti, le scuole, le<br />

strade, gli ospedali, gli acquedotti, l’elettricità, le fognature. Ma non si trattava<br />

soltanto di ricostruire quanto era stato distrutto dagli eventi bellici. Si trattava<br />

anche di dar corso immediatamente ad un’opera di generale rinnovamento e di<br />

sviluppo per sopperire alle carenze, alle insufficienze, all’abbandono in cui erano<br />

stati lasciati gran parte dei servizi sociali e civili dall’ amministrazione e dalla<br />

politica del fascismo.<br />

Nelle campagne si trattava di riattivare e intensificare la produzione; di ricostruire<br />

il patrimonio zootecnico; e soprattutto si trattava di dare lavoro alle masse dei<br />

salariati agricoli che, concentrati specialmente nelle terre della Romagna, del<br />

Ferrarese e del Bolognese, in una condizione permanente di disoccupazione e di<br />

sottoccupazione, costituiranno ancora per molti anni uno dei più gravi ed acuti<br />

problemi della vita economica e sociale della regione.<br />

Nel dopoguerra la struttura economico-produttiva dell’Emilia Romagna è ancora<br />

prevalentemente agricola. Oltre la metà della popolazione attiva appartiene<br />

all’agricoltura. Il reddito prodotto dal settore agricolo è quasi un terzo del<br />

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