Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria
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d. La Pontificia Opera Assistenza<br />
da un racconto di padre Paolino Beltrame Quattrocchi o.s.b.<br />
Il 9 maggio 1945 a meno di 15 giorni dalla guerra guerreggiata sul suolo di<br />
<strong>Parma</strong>, Mons. Ferdinando Bardelli, presidente centrale della Pontificia<br />
Commissione di Assistenza, transitando da <strong>Parma</strong> si soffermava in vescovado per<br />
un lungo e cordiale colloquio col Vescovo mons. Evasio Colli. Da quel colloquio<br />
scaturiva la immediata costituzione della Sezione diocesana di <strong>Parma</strong> della P.C.A.<br />
Da quel giorno sono trascorsi dieci anni. Durante i quali la divina provvidenza<br />
ha consentito alla pontificia di <strong>Parma</strong> di potere essere strumento di notevoli<br />
iniziative, attraverso le quali la carità del Papa e della Chiesa ha potuto<br />
pienamente riversarsi sulle categorie più bisognose della diocesi, sia realizzando<br />
opere permanenti o periodiche di carattere assistenziale e sociale, sia<br />
fronteggiando particolari esigenze in casi di grave emergenza e capillare soccorso<br />
individuale, tanto materiale che spirituale.<br />
Dopo i primi giorni in cui ogni problema si presentava con un carattere<br />
d’urgenza ed esigeva d’essere affrontato e risolto, e dopo un secondo periodo di<br />
assestamento e di stabilizzazione delle opere, durante le quali le associazioni<br />
dell’organizzazione si consolidarono, il crisma del riconoscimento canonico e<br />
ufficiale della Pontificia Opera di Assistenza (POA) ne permise l’approvazione e<br />
promulgazione dello statuto: svolge attività assistenziale di carattere sociale a<br />
vantaggio e nell’ambiente della diocesi; studia, promuove, attua e coordina le<br />
varie iniziative di carattere caritativo assistenziale. POA e’ retta da un consiglio<br />
composto da un presidente, da un vice presidente e da almeno tre membri<br />
nominati dagli ordinari. L’abate di San Giovanni, d. Carlo De Vincenti ha messo a<br />
disposizione di tale mole di opere, fin dal primo giorno, un terzo della millenaria<br />
abbazia oltre all’attività dei suoi monaci benedettini, partecipando egli stesso di<br />
persona, nella primavera del 1945, alle prime spedizioni di camion che andavano<br />
incontro ai reduci che rimpatriavano dalla Germania.<br />
E’ giusto - pur senza scendere nei particolari - che si conosca che tonnellate e<br />
tonnellate di viveri e di indumenti che hanno nutrito e vestito migliaia di famiglie<br />
e di bimbi gracili, ci sono venute dalla cristiana fraternità di cattolici americani,<br />
attraverso la diuturna zelante attività di Mons. Landi.<br />
E’ giusto rendere conto, come motivo di consolazione e di sprono, fra tanti<br />
egoisti che infestano il mondo di oggi, che vi sono illustri ed umili benefattori che<br />
hanno largheggiato in occulte e sostanziose oblazioni; che vi sono esimi<br />
professionisti (avvocati, medici, notai, professori, architetti, ingegneri,<br />
crocerossine…) che hanno considerato un privilegio il potere prestare per anni,<br />
ad ogni occasione, la loro opera professionale, non solo gratuitamente, ma<br />
addossandosi talvolta anche le spese; che vi sono modesti e alti funzionari,<br />
pubbliche autorità, parlamentari, uomini del governo che ci hanno seguito ed<br />
assecondato con devota pazienza, con generosa costanza, con comprensione... ;<br />
che vi è alla fine una schiera di anime generose che offrendo ogni anno la propria<br />
collaborazione spontanea, nella ricchezza della dedizione, hanno reso possibile la<br />
realizzazione di tante opere - a cominciare con le colonie estive per finire col<br />
soccorso per l’alluvione ed il servizio sociale – costituendo in tale modo la familia<br />
charitatis.<br />
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