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Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria

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Lo sviluppo agroalimentare nel parmense avviene solo negli anni '60, quando<br />

comincia a diventare una forza commerciale, prima l’agroalimentare rimane<br />

molto circoscritto.<br />

A <strong>Parma</strong> il fascismo non porta molte industrie perché sono soprattutto i<br />

“conservieri”, ma non solo, che non vogliono la costruzione di stabilimenti. La<br />

responsabilità di un mancato avviamento industriale strategico a <strong>Parma</strong> durante il<br />

ventennio è in parte di coloro che coltivano il pomodoro e ne producono la<br />

salsa, ma anche di quelli che producono la barbabietola per la fabbrica Eridania<br />

produttrice di zucchero, e in parte dei caseifici. I conservieri vedono malamente<br />

la costruzione di un grande stabilimento perché porta via i crediti di cui avevano<br />

bisogno, il lavoro stagionale, l'uso dell'acqua dei canali.<br />

Il potere politico a <strong>Parma</strong> negli anni '30 aveva un forte rapporto con gli<br />

agroindustriali, specialmente gli agrari che s erano fatti l’impresa di<br />

trasformazione del pomodoro: non è un caso che le fabbriche stiano nell'alta<br />

pianura-bassa collina, e alcuni ci sono ancora, come la Mutti Mutti. Mutti<br />

Queste forze economiche hanno dissuaso il fascismo dall'insediare la grande<br />

fabbrica, e alla fine della guerra se ne sente la mancanza. E’ una caratteristica di<br />

<strong>Parma</strong>.<br />

Un altro importante polo industriale nel dopoguerra era quello dei<br />

profumiero:nel quartiere San Leonardo. Erano una decina di stabilimenti ma<br />

anche questo polo non era strategico, pur riuscendo a garantire l'occupazione<br />

femminile.<br />

Succede però una cosa strana: nel giro di pochi anni fra fallimenti ed incendi (uno<br />

di questi è il caso dell'Imperiale) molte fabbriche chiudono. Fra molte difficoltà<br />

solo la Borsari riesce a rimanere aperta ma ci saranno numerosi licenziamenti.<br />

Rosine Rosine - Come Come hanno hanno inciso inciso sul sul piano piano produttivo produttivo le le epurazioni? epurazioni?<br />

epurazioni?<br />

A questo punto si può introdurre un altro problema: le conseguenze sul piano<br />

produttivo delle epurazioni. Epurazione da cosa? Bisogna ricordare che<br />

l'epurazione così come è stata voluta da parte dei partiti democratici del<br />

dopoguerra era verso chi aveva aderito alla Repubblica Sociale, e poi anche verso<br />

chi era stato nel Partito Nazionale Fascista prima della guerra.<br />

Chi era stato nella Repubblica Sociale non aveva possibilità di recuperare il posto<br />

di lavoro per nessun motivo. Verso chi era stato fascista ma non aveva aderito<br />

alla RSI c'era un atteggiamento diverso perché in Italia la resistenza riconosceva<br />

chi l'8 settembre aveva fatto una scelta antifascista anche se prima era stato<br />

nell'esercito o era stato iscritto al Partito Nazionale Fascista, come molti. Il suo<br />

reinserimento in qualche modo veniva fatto passare sotto banco.<br />

L'epurazione, per legge, poteva essere effettuata solo negli ambienti pubblici. C'è<br />

una sistematica denuncia negli enti pubblici per l'epurazione.<br />

La situazione era diversa nell'industria privata, nel senso che seppur il CLN lo<br />

pretendesse i datori di lavoro potevano non epurare.<br />

La Bormioli nel dopoguerra ha sempre usato molta manodopera non<br />

specializzata proveniente dai borghi e dal ceto sociale più popolare, il 90% del<br />

quale era antifascista. Poi c'era la categoria dei “maestri del lavoro”, che erano<br />

quelli che soffiavano il vetro, dove avvennero espulsioni legate però al progresso<br />

tecnico: o si adeguavano o se ne andavano.<br />

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