Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria
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Maria Maria – Cosa ci può dire della neonata democrazia<br />
democrazia politica a <strong>Parma</strong> ed il il suo<br />
ruolo ruolo ruolo nella nella nella ricostruzione ricostruzione economica economica?<br />
economica<br />
In generale, la forte coesione sociale di tutte le componenti attive di <strong>Parma</strong>,<br />
basata sul dialogo, permette alla città di superare anche periodi di grandissima<br />
difficoltà. Già nel 1946, anno delle prime elezioni amministrative dell'epoca<br />
postfascista (che si tengono il 7 aprile), ciascuna delle principali forze politiche<br />
salite alla ribalta dopo il Ventennio (socialisti, comunisti, democristiani, liberali e<br />
PdA) aveva un suo giornale, come pure i partigiani, le cui istanze venivano<br />
recepite dal "Vento del Nord". Partigiano è anche l'avvocato Savani, primo<br />
sindaco del dopoguerra (le elezioni del 7 aprile faranno eleggere in Consiglio<br />
Comunale 19 comunisti, 15 socialisti, 14 democristiani e un liberale). La spiccata<br />
dimensione dialogica fra le forze in campo, pur non estranea ad accesi toni e<br />
polemiche, è la principale responsabile di un'efficace democrazia decisionale. Il<br />
suo primo e più tangibile risultato fu il piano di ampliamento e ricostruzione<br />
postbellica della città, che realizzò alloggi per 1250 vani e ricostruì diversi esercizi<br />
commerciali. Ed è ancora questa volontà di dialogo a permettere di risolvere la<br />
vertenza dei calzaturieri e di far concludere felicemente anche l'occupazione della<br />
fabbrica Bormioli, che pure si gioverà della mediazione di Giorgio La Pira, allora<br />
Sottosegretario al Lavoro del governo De Gasperi. Più in generale, all'indomani<br />
del referendum del 2 giugno 1946, che sancirà poi la vittoria della Repubblica, i<br />
partiti politici del Parmense riuscirono a isolare i facinorosi e, attraverso anche<br />
l'uso di squadre di vigilanza congiunte a questo scopo, ad "evitare ogni<br />
discussione nell'affissione dei manifesti e riprovevoli sovrapposizioni e lacerazioni<br />
dei manifesti degli altri partiti", di "comunicare i comizi organizzati, dal proprio<br />
partito agli altri due", di salvaguardare dei rapporti tra i partiti del CLN, evitando<br />
i "pubblici contradditori", ed evitare "attacchi anonimi alle persone dei candidati",<br />
come recita un dispaccio dell'epoca. Fin dall'inizio dell'era repubblicana il dialogo<br />
e il riconoscimento di un bene superiore a cui tendere (quello del Parmense<br />
stesso) si configurano quindi come prioritario. A questa finalità contribuì<br />
senz'altro anche l'attività della Chiesa sul territorio.<br />
Vittorio Pietrantonio, commissario di Pubblica Sicurezza dell'epoca, ebbe a lodare<br />
la sensibilità politica della popolazione, che non si era lasciata invischiare nelle<br />
lotte tra le diverse ideologie. <strong>Parma</strong> e provincia, pur non essendo state immuni<br />
da violenze, non vissero situazioni al limite come quelle verificatesi nel resto<br />
dell'Emilia-Romagna e dell'Italia. Ciò contribuì senz'altro a porre le basi per il<br />
proficuo futuro sviluppo socioeconomico.<br />
Rosine Rosine – Dunque <strong>Parma</strong> città città emiliana, ma con specificità specificità tutte sue che la<br />
distinguevano distinguevano dalle dalle città città limitrofe… limitrofe…:<br />
limitrofe… limitrofe…<br />
Fin dai tempi in cui i Conti-Vescovi (IX-XI secolo) regnavano sulla città, <strong>Parma</strong> ha<br />
potuto giovarsi di un approccio politico-sociale particolare, che non ha escluso la<br />
nostra città dagli eventi storici più importanti. L'esperienza di libero comune (che<br />
data dal XII secolo, con brevissime interruzioni) e poi il Ducato ed il periodo<br />
napoleonico (secoli dal XVI al XIX) hanno consentito la nascita e la crescita di<br />
una cittadinanza maggiormente attiva ed evo Iuta rispetto allo standard italiano<br />
del tempo. La condizione di petite capitale e/o di considerevole autonomia ha<br />
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