Cuore e braccio a Parma (PDF) - Storia e Memoria
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4. 4. 4. Imprese rurali e urbane, politica del lavoro<br />
e e tension tensioni tension i sociali sociali nel nel dopoguerra<br />
dopoguerra<br />
Intervista al professor MARCO MINARDI<br />
direttore direttore dell'Istituto dell'Istituto st storico st orico della della Resistenza di <strong>Parma</strong><br />
Si ringrazia il Prof. Marco Minardi per la preziosa disponibilità alla collaborazione<br />
con questa intervista<br />
Maria Maria Maria - Durante Durante la la guer guerra guer<br />
ra ra i i parmigiani parmigiani non non hanno hanno sofferto sofferto la la mancanza mancanza di di cibo,<br />
cibo,<br />
grazie grazie al al sostegno sostegno della della forte forte economia economia agricola agricola che che ha ha sempre sempre fornito fornito alimenti<br />
alimenti<br />
alla alla alla città. città. città. Nel el el dopoguerra dopoguerra si si può può parlare parlare di di flusso flusso migratorio migratorio dalla dalla dalla campagna campagna<br />
campagna<br />
verso verso la la città città o o la la campagna campagna è è riuscita riuscita a mantenere una forte economia? economia?<br />
L'immigrazione dalle campagne ha ripreso nel dopoguerra ma è stato un flusso<br />
costante anche prima del conflitto.<br />
L'immigrazione è stata soprattutto dai comuni agricoli del circondario, dalle<br />
vecchie Delegazioni, la parte della città che attualmente è ancora agricola: le<br />
frazioni adiacenti <strong>Parma</strong>.<br />
Poi c'era l'immigrazione antica, che risaliva alla fine dell'ottocento, dalla<br />
montagna appenninica verso la città. Questi flussi non hanno cambiato granché la<br />
composizione sociale ed economica delle campagne.<br />
<strong>Parma</strong> non è una provincia a forte presenza mezzadrile e con forte bracciantato.<br />
La campagna parmense è caratterizzata dalle piccole proprietà.<br />
Verso il reggiano c'è la mezzadria come sull’Appennino. Emigrare voleva dire per<br />
il contadino parmense vendere la terra, e ciò non era cosa semplice come farsi la<br />
valigia e emigrare in città. Però dal circondario c'è stato un progressivo afflusso in<br />
città.<br />
Non si sa bene quanto dipenda dalla richiesta di manodopera, ho qualche dubbio<br />
in proposito. Ma è vero che le città diventavano attraenti, e, nella cultura diffusa<br />
dei contadini, erano il luogo dove si viveva meglio. Con la guerra e le difficoltà<br />
che essa comportava, superare quella fase di carenza di capitali e tutta la serie di<br />
problemi pratici indotti dalla guerra stessa, l'andare in città rappresentava un salto<br />
se non verso il benessere, almeno, forse, a stare meglio.<br />
Nei primi tempi dopo la guerra, la città aveva avviato piani di urbanizzazione ex<br />
novo, mancanti da tantissimi anni, avviati anche grazie ai bombardamenti.<br />
Diventava più grande perché i suoi confini si allargavano inglobando i vecchi<br />
comuni del circondario, ma si ampliava anche grazie all'edilizia popolare.<br />
Bisogna stare attenti quando si parla di ricostruzione in generale, perché è un<br />
processo molto più lungo di quanto ci si immagina: la ricostruzione vera e<br />
propria avviene negli anni '50 e in tempi molto lunghi. Quindi anche i flussi<br />
migratori sono lenti.<br />
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