Il Mese - Quaderni Radicali Online

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Non servono i suicidi in carcere per rispondere negativamente: la natura
dei nostri istituti di pena è di per sé contro-produttiva, perché non soddisfa alcuna
delle funzioni previste, né assolute e né relative.
Già, perché anche la funzione assoluta, detta retributiva, per cui il carcere è la
giusta punizione di una colpa come può dirsi adempiuta, dal momento che per
quasi la metà dei detenuti la colpa non è stata nemmeno verificata in un processo
concluso? E lo stesso vale per le funzioni relative, per le quali la pena è prima di
tutto un mezzo per conseguire il bene della società: sia nel senso di prevenire il
ripetersi dei reati, sia in quello che le attribuisce il compito di far ravvedere il reo
e di reinserirlo nel contesto sociale, educandolo e in definitiva migliorandolo.
Quale recupero dei detenuti si realizza nelle nostre carceri? Né il riempirli
sembra davvero migliorare il grado di sicurezza della nostra società, visto che
all’interno di quelle mura il crimine non fa che persistere e, addirittura, aggravarsi.
Abbandonati a sé stessi, quanti vivono nelle prigioni subiscono un castigo che non
sembra profilare nessuna finalità al di fuori della punizione in quanto tale.
Rebibbia - Foto ELEONORA CALVELLI