Il Mese - Quaderni Radicali Online
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è un processo naturale: è quello che fa diventare un albero un albero; se si<br />
interferisce, l’albero si ammala e non può più funzionare come albero, ma lasciato<br />
a se stesso invece…” E se l’intervistatore domanda quale ruolo abbia la coscienza:<br />
“Oh, si tende a sopravvalutare il ruolo della coscienza. La coscienza può anche<br />
bloccare l’individuazione …” Non chiederemo al fantasma di Jung come si fa a<br />
conciliare le due tesi.<br />
<strong>Il</strong> libro migliora nella sua seconda<br />
metà. Migliora ma non guarisce.<br />
La qualità degli intervistatori infatti<br />
migliora (non ci sono più allievi in estasi<br />
a porre le domande). Non guarisce<br />
perché Jung tende a ripetersi. Lo fa<br />
sempre. Egli ha trovato una volta per<br />
tutte la soluzione del problema umano<br />
e non ha bisogno di proseguire. Anche<br />
i libri che cita gli servono per confermare<br />
il già dato. Non può quindi capire<br />
Freud, pronto a modificare di continuo<br />
le proprie tesi a seconda del materiale<br />
emerso. I work in progress non fanno<br />
per lui.<br />
Colpisce, in proposito, il travisamento<br />
di alcuni fondamentali concetti<br />
freudiani. Per esempio l’Edipo. Jung<br />
lo liquida così: “Freud… trascura del<br />
tutto il fatto che insieme al complesso<br />
edipico è dato già il suo contrario, vale<br />
a dire la resistenza contro di esso.”<br />
(p.367). E il senso di colpa che accompagna<br />
la presenza di un complesso edi-<br />
SIGMUND FREUD<br />
pico non superato Freud non lo avrebbe<br />
mai messo in luce? A volte sembra<br />
quasi che Jung travisi i concetti del suo vecchio maestro per meglio confutarli.<br />
56<br />
visioni<br />
Così col Super-io. Scrive Jung, rispondendo a una domanda dell’intervistatore:<br />
“<strong>Il</strong> Super-io, il codice di ciò che possiamo fare e non possiamo fare.” (p.368) E<br />
non aggiunge, come sarebbe stato necessario: Questo codice è inconscio, e si<br />
può incarnare in una o più figure umane, che personalizzano il codice, rendendolo<br />
concreto, e differente da un individuo all’altro. In realtà, il Super-io non è un codice;<br />
è un fantasma, dietro il quale si può intravedere un codice, più o meno deformato.<br />
Non c’è mai, nel Super-io, la severa asciuttezza del codice; c’è un grumo<br />
di emozioni, spesso mal digerite.<br />
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