Il Mese - Quaderni Radicali Online

ieri dicevamo 35
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Israele. Erano contro il fondamentalismo
religioso, contro le dittature, per
il pluralismo religioso, per le riforme
economiche, sociali e per la modernizzazione
dei paesi nel mondo arabo.
Da Gerusalemme, andai a Tunisi
a trovare i miei familiari e cercai di
mettermi in contatto con alcuni docenti
universitari tunisini per sapere
qual era il panorama culturale in
questo paese.
Andai così a trovare Ikbal Al-Gharbi,
che poi negli anni è diventata una mia
cara amica, all’Università Ezzeitouna
dove insegna psicologia. Lei poi mi
presentò altre persone Amel Grami,
docente all’Università Manouba, e Lafif
Lakhdar, intellettuale tunisino a Parigi.
Qualche mese dopo, per lavoro, ebbi
l’occasione di andare a Parigi a casa
di Lakhdar, che decise di presentarmi
al suo circolo di amicizie.
Incontrai allora Pierre Akel, direttore
del sito internet liberale on-line
metransparent.com, Mohammed El
Houni, intellettuale libico, George
Tarabichi, intellettuale siriano, e tanti
altri. Cominciai a ricevere libri, film,
cd musicali di artisti arabi, che parlavano
della voglia di libertà e di modernità.
Iniziai a guardami intorno anche in
Marocco, il mio paese, e mi accorsi
che a essere liberali non c’erano
soltanto gli intellettuali, ma anche
studenti, casalinghe, commercianti
senza denti in medina che si lamentavano
del terrorismo e degli integralisti.
Mi sono pertanto resa conto che piano
piano le idee liberali in un modo o
nell’altro influenzano la maggior parte
della popolazione nel mondo arabo. E
che gli integralisti sono una minoranza
e che anche coloro che sostengono
le dittature sono una minoranza.
Questi però fanno più rumore
degli altri e attraggono e affascinano i
media occidentali. Mentre la maggioranza,
che vorrebbe l’uguaglianza di
diritti e una società libera da oppressioni,
è abbandonata dai media e dai
politici occidentali e lasciata in balìa
di una minoranza, che cerca di prendere
il monopolio della regione.
Tratto da Quaderni Radicali 101
Speciale Maggio 2008