30.05.2013 Views

Il Mese - Quaderni Radicali Online

Il Mese - Quaderni Radicali Online

Il Mese - Quaderni Radicali Online

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

una lettura non di un movimento artistico ma, in maniera più complessa, della<br />

postmodernità e, in quanto tale, configuri una serie di rilevamenti teorici che possono<br />

tuttora riscontrarsi in molti ambiti dell’arte e della produzione artistica. La<br />

Transavanguardia non si riduce quindi semplicemente al ping pong iniziale che c’è<br />

stato in architettura col postmodernismo, la contrapposizione tra il movimento<br />

moderno, il razionalismo e gli architetti che scoprivano i dialetti architettonici della<br />

periferia. Ma si tratta di una complessità<br />

articolata attraverso la cura della ma-<br />

nualità, la soggettività, la pittura».<br />

52<br />

Lei infatti ha teorizzato due<br />

specificità diverse all’interno della<br />

Transavanguardia... «Sì, c’è una<br />

transavanguardia calda e una fredda.<br />

Nel primo caso c’è questa contaminazione,<br />

questo matrimonio morganatico<br />

tra Picasso per la pittura e Duchamp<br />

per il ready made; e la citazione che<br />

Chia, Cucchi, Clemente, De Maria e<br />

Paladino fanno di questi stili è una<br />

situazione di oggetti impalpabili che<br />

corrisponde a quello che è il metodo<br />

duchmpiano dell’oggetto trovato. La<br />

Transavanguardia calda corrisponde<br />

quindi molto alla citazione che avviene<br />

nella cornice dell’arte. La transavanguardia<br />

fredda, invece, esce dalla cornice<br />

e diventa architettura, installazione,<br />

in cui i principi di assemblaggio, di<br />

riconversione, di contaminazione, di<br />

destrutturazione, sono gli stessi. Per<br />

cui, come diceva Ippocrate, vita brevis, ars longa».<br />

Massaggiare<br />

il ‘muscolo atrofizzato’<br />

della sensibilità collettiva<br />

in un momento in cui<br />

la vita sociale e politica<br />

dell’umanità sembra esser<br />

risucchiata nel buco nero<br />

della comunicazione puramente<br />

autoreferenziale.<br />

Questo il compito dell’arte<br />

oggi secondo Achille Bonito<br />

Oliva, massimo esponente<br />

in Italia di quello che la<br />

sua generazione definì<br />

‘critico totale’.<br />

visioni<br />

Lei ha rivoluzionato il concetto di critico. Oggi il critico è ancora ‘cacciatore’?<br />

Qual è il suo ruolo? «Oggi dalla figura di critico totale rappresentata dalla<br />

mia generazione si è staccata una costola: il curatore. Ecco, i curatori fanno pura<br />

manutenzione: lavorano sullo status quo, su una gestione di piccolo cabotaggio.<br />

Certo, lo fanno perché c’è anche una domanda, dovuta al fatto che si sono aperti<br />

tantissimi musei, non solo internazionali, ma anche locali, regionali, comunali,<br />

e si ha bisogno di personale. Molti di questi giovani curatori non hanno il senso<br />

dell’avventura intellettuale, né la scrittura. Hanno solo un’idea di gestione quotidiana.<br />

Quindi in finale si può dire che la figura del critico totale sia rappresentata di<br />

più dalla mia generazione, che comprende anche Harald Zeman, Rudi Fuchs. Nonostante<br />

ci siano alcuni curatori di oggi che stimo, che sono acuti, sottili, originali,<br />

QR

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!