Il Mese - Quaderni Radicali Online

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agenda radicale
scente di gravità: circoncisione, clitoridectomia e infibulazione. Quest’ultima
è la più dolorosa, in quanto comporta il taglio della clitoride, delle piccole e delle
grandi labbra, poi letteralmente “cucite” per chiudere l’orifizio vaginale. Operazioni
il più delle volte effettuate senza anestesia e con strumenti non sterilizzati e
quindi veicolo di infezioni, talvolta anche mortali. Il fine dichiarato è preservare la
verginità della donna fino al matrimonio, ma anche oltre. Durante la prima notte di
nozze, infatti, si procede alla “defibulazione” della cicatrice solo per il tempo necessario
alla penetrazione e all’eventuale parto, per poi essere nuovamente cucita,
restituendo al corpo della donna la sua “condizione prematrimoniale”.
Se le origini di tali pratiche rimangono avvolte dal mistero, la loro diffusione geografica
vede il continente africano al primo posto con ventisei stati che legittimano
le MFG. Territori martoriati dalla povertà, dall’analfabetismo e da una
situazione sanitaria disastrosa, dove la sessualità femminile sconta un misto di
superstizione, controllo patriarcale e condanna sociale.
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