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Disoccupazione
La statistica dà i numeri
La cosa più sensata da fare, per chi volesse
informarsi sulla questione, sarebbe
quella di rivolgersi al nostro istituto
nazionale di statistica, consultare le
rilevazioni periodiche e prendere nota
del dato: nel nostro caso l’8,2% ovvero
2.043.000 di persone (agosto 2010).
Missione compiuta dunque? In teoria si,
considerando l’autorevolezza del’Istat;
nella realtà dei fatti le cose non starebbero
proprio così.
A confondere le idee, infatti, ci si
mettono le rilevazioni diffuse periodicamente
da altri enti e istituti; rilevazioni
che non sono quasi mai in linea con
quanto sostiene il nostro istituto di statistica.
E le differenze in alcuni casi non
sono di poco conto. Nel secondo trimestre
2010, ad esempio, la Banca d’Italia
ha fissato il tasso di disoccupazione a
un impietoso 11%, la CGIL ha giocato al
rialzo con un più corposo 11,5%; mentre
gli artigiani di Mestre (CGIA) e gli
industriali di Confindustria (dati gennaio
2010) si sono mostrati più moderati con
un rispettivo +10,2% e +10,1%. Se poi
si prendono in considerazione blog e siti
internet ecco che le percentuali schizzano
a ben oltre il 15%.
Chi ha ragione, allora? Paradossalmente
tutti e nessuno.
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Quanti sono i disoccupati in Italia?
Ecco una domanda, all’apparenza banale, che potrebbe non trovare
risposta.
Requisiti statistici
per essere considerati
occupati:
- avere più di 15 anni;
- avere svolto almeno 1 ora
di lavoro retribuita nella
settimana cui si riferisce
l’indagine;
- avere svolto almeno 1 ora di
lavoro non retribuita presso la
ditta di un familiare.
Requisiti statistici
per essere considerati
disoccupati:
- non avere un’occupazione;
- avere effettuato almeno
un’azione di ricerca di lavoro
nei trenta giorni precedenti
l’intervista;
- disponibilità ad iniziare
a lavorare entro le
due settimane successive
all’intervista.
...non olet
Fonte: Istat
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