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zione che convive con noialtri payos, i bianchi, ma mantiene la propria cultura:<br />
i gitani vengono dall’India e sono arrivati attraverso la Catalunya, così i primi<br />
catalani che hanno <strong>in</strong>contrato li hanno chiamati payos; ma è certo che anche<br />
i payos, noialtri bianchi, siamo difficili da trattare, per dire, come loro anche<br />
noi siamo capaci di ammazzare. quando arrivano i gitani <strong>in</strong> questa piccola<br />
città, l’amm<strong>in</strong>istrazione comunale, <strong>in</strong> malafede, decide, dato che i gitani sono<br />
chatarreros, robivecchi – questa almeno è la scusa legale –, di farli sistemare<br />
fuori dalla città perché abbiano spazio per immagazz<strong>in</strong>are i ferri vecchi che<br />
raccolgono. questa è la situazione <strong>in</strong> cui sono messi i gitani, collocati fuori<br />
dalla città; situazione che impedisce loro di avere gli stessi accessi alla sanità,<br />
all’educazione, al lavoro, alla cultura, eccetera. Perché, di fatto, sono<br />
resi dei desplazados, dei deportati, dei profughi, e questo è <strong>in</strong>costituzionale,<br />
perché ogni cittad<strong>in</strong>o ha lo stesso diritto all’accesso, ai beni culturali, sanitari,<br />
eccetera. Il giudizio è durato vari anni e alla f<strong>in</strong>e si è arrivati alla sentenza più<br />
sorprendente, cioè che erano discrim<strong>in</strong>ati spazialmente.<br />
Anche io ho portato avanti una denuncia, scritta da me con la consulenza di<br />
Juli Ponce – lo stesso avvocato che ha v<strong>in</strong>to la sentenza di discrim<strong>in</strong>azione<br />
spaziale – una denuncia contro lo Stato spagnolo per non aver mantenuto gli<br />
impegni relativi alle politiche sulla casa. questo processo va avanti da 4 anni,<br />
ma ovviamente non lo abbiamo v<strong>in</strong>to. In ogni caso il nostro <strong>in</strong>tento, al di là<br />
dell’esito giudiziario, è dimostrare che le leggi sulla partecipazione non si attuano,<br />
le leggi sulla politica della casa non si attuano, le leggi sui quartieri non<br />
si attuano, le leggi sull’uguaglianza non si attuano; alla f<strong>in</strong>e anche questo è un<br />
modo per fare pressione politica.<br />
L’alegaliltà è qualcosa che teoricamente è illegale, cioè per legge è illegale,<br />
ma quello che succede è che quella tipologia di caso, quella fattispecie, non<br />
arriva mai <strong>in</strong> un tribunale, o non f<strong>in</strong>isce mai per essere oggetto di denuncia.<br />
È un uso non contemplato dalla legge ma che difficilmente è denunciabile, o<br />
per forma o per prassi e condivisione: per esempio le abitazioni sui tetti che si<br />
realizzano <strong>in</strong> alcuni quartieri possono essere illegalità urbanistiche, ma se tu<br />
hai il quartiere dalla tua parte difficilmente la denuncia partirà. Normalmente<br />
quelli che denunciano sono sempre i vic<strong>in</strong>i, non è certo la polizia che si muove<br />
da sola. Chiaro, se tra i vic<strong>in</strong>i c’è un accordo mutuo, si tratta di una illegalità<br />
che non sarà denunciata, per questo si può parlare di una alegalità. Di fatto,<br />
per quanto riguarda las cubas – quei grandi contenitori per calc<strong>in</strong>acci che si<br />
parcheggiano sulle strade, che <strong>in</strong> vari progetti vengono riciclati nel quartiere<br />
per i più diversi usi, piccole aiuole con panch<strong>in</strong>e, spazio giochi eccetera – se<br />
non è un vic<strong>in</strong>o che denuncia, la polizia non può certo <strong>in</strong>tervenire, perché è un<br />
reato amm<strong>in</strong>istrativo, non è un reato perseguibile d’ufficio. Sono illegalità ur-<br />
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