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Scarica e-book 05 - in pensiero

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Le teorie sulle orig<strong>in</strong>i del bipedismo sono molte e controverse. Vengono messe <strong>in</strong><br />

relazione alla necessità di trasportare il cibo e costruire utensili, di guadare i corsi<br />

d’acqua e nuotare, di esibire il pene per impressionare le femm<strong>in</strong>e, di seguire<br />

i branchi migratori, di avere una visuale al di sopra della vegetazione, di limitare<br />

l’esposizione al calore del sole o di risparmiare energia. In ogni caso, la deambulazione<br />

rappresenta la trasformazione anatomica che ci ha sp<strong>in</strong>to fuori dal regno<br />

animale e c’è chi sostiene che questo ciclo di mutazioni progressive avrebbe permesso<br />

al cervello di espandersi. Camm<strong>in</strong>are eretti è il primo segno dist<strong>in</strong>tivo di<br />

ciò che può essere def<strong>in</strong>ito “uomo”. Alzandoci <strong>in</strong> piedi abbiamo liberato due arti,<br />

grazie ad essi abbiamo com<strong>in</strong>ciato a manipolare il reale. Allo stesso tempo si è<br />

<strong>in</strong>evitabilmente perduta la stabilità che ci era garantita dal procedere a quattro<br />

zampe: la deambulazione umana è un’attività nella quale il corpo vacilla sull’orlo<br />

della catastrofe, e ciò che ci impedisce di sfracellare faccia al suolo è il movimento<br />

ritmico delle gambe (Napier). Nei bamb<strong>in</strong>i questo passaggio è esemplare: a<br />

forza di capitomboli combattono per conquistare la propria libertà, e il loro stare<br />

<strong>in</strong> equilibrio su due piedi andrà di pari passo con la determ<strong>in</strong>azione del proprio io.<br />

Come se l’io potesse esistere solo <strong>in</strong> prossimità di un precipizio.<br />

Al “penso, dunque sono” potrebbe essere anteposto il “camm<strong>in</strong>o, dunque sono”?<br />

È un’ipotesi da tenere <strong>in</strong> considerazione, se si contano le schiere di filosofi greci<br />

per i quali il legame tra camm<strong>in</strong>are e pensare era <strong>in</strong>dissolubile, o le cent<strong>in</strong>aia<br />

di pensatori, scrittori, poeti e artisti che nei secoli a venire su questo soggetto<br />

si sono cimentati. Kierkegaard afferma di avere composto tutte le sue opere<br />

camm<strong>in</strong>ando; Wordsworth ha scritto molti dei suoi versi nei suoi lunghi camm<strong>in</strong>i<br />

(De qu<strong>in</strong>cey calcola che l’autore delle Lyrical Ballads abbia percorso <strong>in</strong> vita quasi<br />

300.000 km, mentre Heaney dice che, così facendo, abituasse il corpo ad una<br />

sorta di ritmo onirico); Nietzsche afferma di non scrivere solo con la mano, ma<br />

anche con il piede, e La ballata del vecchio mar<strong>in</strong>aio non è forse il frutto delle <strong>in</strong>numerevoli<br />

camm<strong>in</strong>ate di Coleridge? Al punto che c’è chi sostiene abbia smesso<br />

di scrivere versi sciolti dopo aver smesso di camm<strong>in</strong>are. E Cristo, non ha forse<br />

predicato camm<strong>in</strong>ando?<br />

qui mi fermo, perché questo non è un saggio sulla viandanza. Per essere un saggio,<br />

dovrebbe sviscerare analiticamente l’argomento, determ<strong>in</strong>are, soppesare,<br />

comparare. Per fare tali azioni, dovrei stare seduto di fronte al computer, consultare<br />

libri, essere stanziale. Se lo facessi, come f<strong>in</strong>o a questa riga ho tentato di<br />

fare, tradirei il compito che mi sono dato. La domanda è semplice: si può scrivere<br />

un libro, un articolo, un verso, che abbia anche solo m<strong>in</strong>imamente a che fare con<br />

il camm<strong>in</strong>are, stando fermi? La risposta è no. Perciò prendo il mio registratore<br />

tascabile, mi vesto ed esco. Tu, caro lettore di <strong>in</strong> <strong>pensiero</strong>, se vuoi stare al mio<br />

gioco fa’ lo stesso. Calza le scarpe da g<strong>in</strong>nastica, o le pedule, o i tuoi sandali da<br />

battaglia, un paio di pantaloni comodi, una maglietta di cotone, tira fuori lo za<strong>in</strong>o<br />

della domenica, mettici dentro una bottiglia di acqua, un k-way, un pan<strong>in</strong>o, un<br />

quaderno, una penna e la rivista che hai tra le mani. Riponi nel cassetto orologio,<br />

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