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Premio Nuova Estetica - SIE - Società Italiana d'Estetica

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Deleuze e la passione del trascendentale.<br />

Una lettura della Critica del Giudizio<br />

di Francesca Saffioti (Messina)<br />

L’estetica, in quanto distinta dalla storia dell’arte,<br />

ha incominciato a esistere con la Critica del Giudizio.<br />

È un libro veramente difficile, non pretendete<br />

di comprenderne ogni riga, seguitene il ritmo.<br />

L’accordo discordante fra immaginazione e intelletto<br />

Il confronto con la filosofia kantiana accompagna con continuità<br />

la riflessione di Deleuze 1 , fornendo sia una chiave di lettura critica,<br />

rispetto alla storia della filosofia, che un punto di partenza teorico per<br />

l’elaborazione del proprio empirismo filosofico 2 . La passione dell’immaginazione<br />

è il testo in cui Deleuze affronta specificamente la lettura<br />

della terza Critica, esaminando in una prospettiva genealogica, che<br />

coinvolge il trascendentale nella dimensione della temporalità, la relazione<br />

fra le facoltà implicate nel giudizio estetico (immaginazione,<br />

intelletto, ragione), anche nella forma del rapporto fra bello e sublime.<br />

Deleuze non si limita a evidenziare la profonda trasformazione che la<br />

Critica del Giudizio impone, dall’interno, al sistema kantiano, facendo<br />

in modo che la precedente gerarchia fra le facoltà 3 trapassi nel loro<br />

rapporto armonico, ma vuole individuare anche il passaggio, questa<br />

volta più esterno o marginale, che conduce dalla presupposta armonia<br />

alla manifestazione della disarmonia, considerando quest’ultima come<br />

la dimensione davvero qualificante l’esperienza estetica.<br />

Deleuze presenta il giudizio di gusto a partire dalla nota formula<br />

kantiana dell’“accordo” fra le facoltà dell’immaginazione e dell’intelletto<br />

4 . È solo ammettendo, infatti, la compresenza di entrambe anche<br />

nel giudizio estetico, e non solo in quello logico, che si può comprendere<br />

perché Kant debba cercare di motivarne l’accordo. Va tenuto da<br />

subito presente come Kant si riferisca a un armonizzarsi spontaneo,<br />

non a una necessità logica, dal momento che se tale corrispondenza fra<br />

le facoltà fosse la conseguenza di una regola determinata, come nello<br />

schematismo trascendentale esposto nella prima Critica, si trasporterebbe<br />

immediatamente tale accordo in ambito teoretico, non più estetico.<br />

Kant ribadisce come l’immaginazione agisca liberamente nella di-<br />

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