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Premio Nuova Estetica - SIE - Società Italiana d'Estetica

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se” quest’ultimo avesse lo scopo di compiacerla, secondo una paradossale<br />

finalità del senza scopo. È evidente, però, che questa spontaneità<br />

del bello naturale non potrebbe valere nel caso di oggetti costruiti<br />

dall’uomo, come nei manufatti artistici. Ecco perché, «l’ultimo proposito<br />

dell’estetica kantiana è di trovare per l’arte un principio analogo a<br />

quello del bello in natura. Tale principio è il Genio» 54 . La domanda<br />

che si pone Kant è come sia possibile garantire la stessa liberalità, che<br />

appartiene al bello naturale, anche a una produzione artificiale, qual è<br />

quella artistica, in cui non sembra possibile prescindere dallo scopo.<br />

L’unica possibilità, per preservare questo carattere del bello (la finalità<br />

senza scopo) anche nell’arte, è quella di attribuire all’istanza produttiva<br />

del bello artificiale (il genio) una disposizione naturale, per cui l’artista,<br />

pur realizzando oggetti artificiali, mantiene la spontaneità di una produzione<br />

senza scopi: «Come l’interesse razionale è l’istanza per la quale<br />

la natura dà la regola al giudizio, così il genio è la disposizione soggettiva<br />

per la quale la natura dà le regole all’arte» 55 . In entrambi i casi<br />

si assume come riferimento la natura (l’interesse razionale si accorda<br />

con essa, il genio è una disposizione naturale), interpretandola, non dal<br />

punto di vista empirico, ma trascendentale, come il luogo in cui le Idee<br />

possono trovare realizzazione. La natura è il volto fenomenico di ciò<br />

che oltrepassa la fenomenicità. La supposizione di un accordo sul bello<br />

si dimostra riuscita quando ci si trova di fronte alla materializzazione<br />

del bello in un’opera della natura (interesse razionale verso il bello) o<br />

dell’arte (genio), conseguentemente si prova un concreto interesse verso<br />

la sua esistenza. Dal punto di vista di Deleuze, sia l’interesse razionale<br />

che il Genio si pongono come principî genetici, come “moventi” del<br />

bello, a esso esterni, ma indispensabili per comprendere lo scopo di ciò<br />

che è privo di scopo: «Il Genio è un principio meta-estetico allo stesso<br />

titolo dell’interesse razionale. Esso si definisce infatti come un modo<br />

di presentazione delle Idee» 56 . Nel caso del bello naturale, l’interesse<br />

è rivolto alla natura come istanza produttiva, non ci si trova infatti davanti<br />

a una generazione del bello da parte del soggetto, ma solo a una<br />

corrispondenza fra le idee della ragione e il mondo. Nel secondo caso,<br />

quello del genio, le idee estetiche sono direttamente “materializzate”,<br />

trovando realizzazione nell’arte. Si passa dunque dalla corrispondenza<br />

fra la materia del bello e il bello, nel caso dell’interesse razionale,<br />

alla produzione della materia del bello in occasione del bello artistico.<br />

Nel primo caso la materia funge da simbolo dell’attività razionale, nel<br />

secondo caso essa serve a estendere l’intelletto verso l’indeterminato,<br />

potenziandone la libertà inventiva, quella di produrre concetti.<br />

Per Deleuze, fra idee della ragione e idee estetiche la «opposizione è<br />

solo apparente, non ci sono due tipi di Idee» 57 . Seppure non identiche,<br />

le idee della ragione e le idee estetiche seguono un percorso parallelo,<br />

infatti, «se l’Idea estetica oltrepassa ogni concetto, è perché produce<br />

l’intuizione di una natura altra da quella che ci è data» 58 . La natura a<br />

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