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Premio Nuova Estetica - SIE - Società Italiana d'Estetica

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endere ragione dell’evoluzione di Homo sapiens e dei viventi in generale,<br />

cioè all’irriducibilità, singolarità, unicità di gran parte degli eventi<br />

che, col loro accadere, hanno impresso un certo corso piuttosto che<br />

un altro alla storia evolutiva.<br />

Il riferimento a Kant e alla sua riflessione sulla contingenza del giudizio<br />

di gusto suggerisce e in certo modo predispone il passaggio dal<br />

versante estetico a quello biologico della discussione. Già per ragioni<br />

storiche, tutte interne alla Critica della capacità di giudizio e ai suoi riferimenti:<br />

come nota Winfried Menninghaus, nella terza Critica «Kants<br />

Denken des Schönen, der ästhetischen Lust und der semiotischen Eigenschaften<br />

von Kunst stützt sich in hohen Maß auf seine kritische<br />

Rezeption der Biologie der 18. Jahrhunderts und bezieht nicht zuletzt<br />

daraus die Kraft, den überlieferten Begriffen der Ästhetik eine neue<br />

Färbung zu geben» 24 , sicché non è difficile né azzardato muovere un<br />

passo dall’uno all’altro orizzonte. Passo che effettivamente è stato mosso,<br />

benché più spesso in riferimento alla dottrina della conoscenza che<br />

all’estetica 25 . Ma è soprattutto la notazione kantiana al paragrafo 23<br />

della Critica della capacità di giudizio a confortare il transito dall’estetica<br />

all’evoluzione biologica o, meglio, a confortare il tentativo di un’estetica<br />

evoluzionistica rispettosa tanto delle sue origini settecentesche<br />

quanto delle sue più contemporanee commistioni: il giudizio estetico,<br />

dice Kant, è Beförderung des Lebens, promozione o agevolazione della<br />

vita. Quella percezione riflessa (reflektierte Wahrnehmung), accompagnata<br />

da piacere, che è la percezione estetica appare agli occhi di Kant<br />

come un vantaggio (un adattamento? Su questo occorrerà discutere),<br />

un incremento e potenziamento del vivere 26 . È vero che l’impostazione<br />

kantiana, se si persegue sino in fondo l’accostamento alla prospettiva<br />

evoluzionistica, va emendata in più di un punto 27 , ma essa offre comunque<br />

un’ottima piattaforma di partenza e, con riferimento alla questione<br />

della contingenza, un interessante modello.<br />

2. Code di pavone<br />

Come s’è accennato, in anni recenti si sono moltiplicati i contributi<br />

critici e le ricerche specialistiche sul tema dell’estetica evoluzionistica,<br />

soprattutto in area anglosassone. Sempre più speditamente, ci si<br />

è incamminati sulla strada dell’interpretazione in chiave evolutiva di<br />

concetti quali bellezza, percezione estetica, arte, strada che già Darwin,<br />

pur con qualche ritrosia, aveva cominciato a percorrere nella seconda<br />

metà del diciannovesimo secolo. Luogo principe delle riflessioni darwiniane<br />

sul senso estetico animale e sull’attitudine estetica umana, nel<br />

quadro della discussione della selezione sessuale, è il volume del 1871,<br />

The Descent of Man, and Selection in Relation to Sex. Importanti considerazioni<br />

sulla bellezza e il senso estetico sono presenti, tuttavia, anche<br />

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