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Premio Nuova Estetica - SIE - Società Italiana d'Estetica

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ispondessero alle condizioni dell’unità concettuale, sarebbe comunque<br />

possibile la presentazione di oggetti nella nostra intuizione 11 .<br />

Nel sostenere la possibilità del caos, Kant sembra superare la critica<br />

husserliana sulla direzione von oben della sua teoria della conoscenza.<br />

Kant prevede, infatti, che il soggetto possa trovarsi nell’incapacità di<br />

applicare «dall’alto» le proprie categorie intellettuali e che abbia una<br />

rappresentazione dell’esperienza caotica e disordinata, seppur restituita<br />

attraverso l’ordine minimale di spazio e tempo. Ciò che Kant descrive<br />

nella Deduzione è, dunque, del tutto coerente con ciò che viene affermato<br />

nei Prolegomena e risponde all’intento di far emergere una grammatica<br />

dalle intuizioni del molteplice empirico. Certamente è ancora<br />

lontana la teoria fenomenologica di una conoscenza von unten, ossia interna<br />

all’esperienza. A mio giudizio, tuttavia, l’eventualità che intuizioni<br />

e categorie possano non coincidere e che, nonostante ciò, si possa avere<br />

una rappresentazione dell’oggetto, è una prima prova del fatto che la<br />

dicotomia von unten – von oben non restituisce la complessità di un<br />

parallelo tra Husserl e Kant. La possibilità, posta da Kant, di avere un<br />

ordine unicamente spazio-temporale e non concettuale dell’esperienza<br />

avvicina, infatti, la prospettiva kantiana e quella husserliana.<br />

D’altra parte, l’affermazione kantiana della possibilità del disordine<br />

empirico è molto distante da ciò che afferma Husserl in relazione al<br />

caos. In primo luogo, Husserl fa riferimento anche al caos generalizzato,<br />

in cui non è possibile rintracciare alcun tipo di regola; Kant, invece,<br />

sostiene che, anche nello stato caotico della natura, vi sarà sempre la<br />

possibilità di avere un’intuizione del molteplice naturale. L’esperienza,<br />

infatti, può sempre essere appresa dal soggetto e, dunque, ordinata<br />

secondo le forme di spazio e tempo. Nemmeno nell’Analitica del sublime,<br />

in cui l’esperienza viene descritta secondo le sue forme «più caotiche<br />

e bizzarre», le capacità soggettive hanno difficoltà nell’apprensione.<br />

Il caos a cui si riferisce Kant non è, dunque, generalizzato e totale, ma<br />

si riferisce unicamente al processo di sintesi, sia in occasione del giudizio<br />

logico, sia, come si vedrà, nella formulazione del giudizio estetico.<br />

È possibile allora affermare che per Kant il caos è una reale possibilità<br />

e che, anche nella natura più caotica, si può sempre rintracciare<br />

una grammatica con cui comprendere l’esperienza; per Husserl, invece,<br />

il caos è generalizzato e si tratta unicamente di un’ipotesi. Sulla base di<br />

questa distinzione, è comunque possibile sostenere che le posizioni dei<br />

due autori sono molto più simili di quanto appaia a un primo sguardo.<br />

Il disordine dell’esperienza descritto da Kant potrebbe, infatti, trovare<br />

spazio nella filosofia husserliana e rispondere all’esigenza di un ordinamento<br />

dell’esperienza von unten.<br />

1.2 Husserl e il caos generalizzato<br />

L’ipotesi del caos è formulata da Husserl in relazione alla filosofia<br />

kantiana, nella conclusione di Ding und Raum e nella Beilage xx di<br />

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