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Il mito delle Danaidi, dall'età classica alla paremiografia.

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guerriero e bellicoso. Sappiamo poi che Callimaco, rielaborando alcune tradizioni locali,<br />

aveva dedicato un aition ad Amimone, collegandola alle sorgenti sacre di Argo.<br />

Filostrato Maggiore e Cristodoro di Copto in sezioni <strong>delle</strong> loro opere descrivono<br />

rispettivamente un quadro e una statua raffiguranti la Danaide e il dio. Sulla reale esistenza<br />

del quadro ci sono dei dubbi, mentre per Cristodoro è assodato che descrisse un gruppo<br />

statuario che decorava lo Zeuxippeion – bagno pubblico e ginnasio- di Costantinopoli.<br />

Tuttavia le descrizioni minuziose e dettagliate, tali da fornire un’immagine dell’oggetto<br />

nella mente del lettore, come la maggior parte <strong>delle</strong> ekphraseis, sono inscindibili da opere<br />

letterarie. Quando Filostrato descrive il quadro attinge e si ispira al racconto del Dialogo<br />

marino lucianeo, così come Cristodoro ad alcuni luoghi e personaggi <strong>delle</strong> Dionisiache di<br />

Nonno. Pur essendo l’ekphrasis un prodotto di scuola retorica, fondato sul confronto e sul<br />

dialogo con la tradizione letteraria, sia Filostrato che Cristodoro si pongono in modo<br />

dinamico e autonomo rispetto ai loro ‘modelli’ letterari nei quali si colgono tracce<br />

dell’evoluzione e recezione del <strong>mito</strong> <strong>delle</strong> <strong>Danaidi</strong> nel tempo.<br />

In conclusione, escludendo le <strong>Danaidi</strong> di Aristofane su cui non è possibile formulare un<br />

giudizio data la frammentarietà di quanto è giunto, a partire da Teodette, passando per la<br />

<strong>paremiografia</strong> e arrivando a Nonno emerge un tratto costante: le <strong>Danaidi</strong> e il loro padre<br />

sono personaggi negativi e spietati, mentre Egiziadi ed Egitto sono povere vittime.<br />

Rispetto all’antica tradizione argiva secondo cui le eroine furono personaggi senz’altro<br />

positivi e rispetto <strong>alla</strong> stessa trilogia eschilea dove, per quanto inquietanti, le <strong>Danaidi</strong><br />

divennero le paladine del matrimonio come atto basato sul consenso e sulla reciproca<br />

IX

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