RICORDANDO MASSIMILIANO CUPELLINI

La leggenda aggiunge, anzi, che l'Acqua Santa fosse una parte del
Fonte di Giuturna che sgorgava presso l'antichissima città di Alba
Longa nel Monte Albano, fonte assai salubre per gli infermi, e che
dal Monte Albano venisse a sboccare nella Valle della Caffarella con-
servando le stesse prerogative di salubrità che godeva il Fonte di Giu-
turna. Infatti, presso le Capannelle di Albano esisteva un pozzo contenente
un'acqua del tutto simile all'Acqua Santa.
Gli antichi non ignorarono questo rivo, e vi costruirono intorno
ville sontuose, fino alla vicina Tomba di Cecilia Metella, fra le quali
vi era quella di Quinto Avudio Quieto, il cui nome si legge nei condotti
di piombo ivi rinvenuti. I marmi sparsi nel terreno, appartenenti
alle ville distrutte, gli davano il nome di Vallis Marmorea. Sembra
che, ai tempi del lontano impero, l'Acqua Santa fosse adoperata per i
bagni: si sono trovati infatti alcuni mosaici dell'epoca Imperiale nel
piano terreno di una casupola vicinissima alla sorgente.
Gli storici J'hanno nominata: Acqua salutare, Almone, Acqua di
Cibele, Acqua di Egeria, Acqua di Mercurio e Fonte di Gjuturna.
Ai tempi di Numa Pompilio la Valle della Caffarella era detta
Valle di Egeria, ed il Bosco delle Camene da lui consacrato in onore
della Ninfa Egeria era irrigato dal fiumicello Almone, e la fonte era
considerata un dominio della Ninfa Egeria che ivi dimorava. Dalla
fondazione di Roma, nella Valle Egeria non vi era altra acqua all'infuori
dell'Acqua Santa. Numa Pompilio, che voleva che si custodisse
perpetuamente il fuoco sacro, onde fosse pronto in ogni occasione,
decise di erigere un tempio a Vesta (presso ,}'attuale S. Maria in
Cosmedin) e vi destinò alcune Vergini con l'obbligo di mantenere
sempre acceso il fuoco e conservare le armi ed il simulacro di Pallade.
Le Vestali andavano ogni giorno a prelevare l'Acqua Santa al Bosco
delle Camene.
Ovidio dice che Diana, intenerita dalle lacrime ddla Ninfa Egeria
per la morte di Numa Pompilio, la trasformò nella Fonte di questo
stesso nome. Egli ricorda pure le numerose guarigioni di donne che vi
si bagnavano riacquistando la salute. Marziale racconta di averla be-
vuta in una sua infermità da cui riuscì perfettamente guarito.
Furono le deva stazioni sofferte dalla Via Latina (una deI.le prime
ad essere abbandonata nel Medio Evo) che sottrassero questo ruscello
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