RICORDANDO MASSIMILIANO CUPELLINI
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E allora può darsi che egli abitasse di già - come fu di cerro<br />
negli anni seguenti - nei pressi di Porta Settimiana in uno dei punti<br />
più suggestivi del Trastevere. « Prese in affitto - scrive Antonio<br />
Ludovico Muratori nella biografia del Tassoni - una casa vicino al<br />
Palazzo de' Riari alla Longara, con vigna ossia giardino, e vivendo<br />
ritiratissimo, si dilettava di tanto in tanto d'andare egli stesso a zappare<br />
la terra, sì per tenere esercitato il corpo, che per coltivare i fiori,<br />
de' quali prendeva singolare piacere. Ne aveva cento sorte de' più<br />
belli che si conoscessero in quei tempi».<br />
Stanco degli uomini, degli intrighi delle corti ducali, regali e<br />
papali in questa cheta villetta si fece ritrattare - come è arcinoto -<br />
con un fico in mano, spiegando in un distico latino che esso rappresentava<br />
quanto aveva ricavato in lunghi anni di impieghi diplomatici:<br />
Dextera cur ficum quaeris mea gestet inanem?<br />
Longi operis merces haec fuit. Aula dedito<br />
Più bello a sapere è che il fico fu il frutto di un'improvvisa ispirazione:<br />
« essendo in piazza di Roma, e avendo dimandato a una donna<br />
venditrice d'esse frutta se .erano saporite, ella uno gliene donò acciocchè<br />
con esso ne facesse la pruova. Se ne andò egli quella mattina<br />
tutto contento con dire che quello era il primo regalo a lui fatto in<br />
sua vita; e però col fico si fece dipingere».<br />
Lui, il poeta, è tutto qui, in questo quadretto. Da giovane aveva<br />
con amaro riso cantato i due popoletti che si contendono - pittoresca<br />
parodìa d'Elena Argiva - il possesso d'una secchia vecchia e tarlata.<br />
Sul declinare dell'età, quando l'uomo tra sè e sè inizia il bilancio degli<br />
anni che furono, il gesto d'una donnetta assurge ai suoi occhi al<br />
valore d'una rivelazione...<br />
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ERMANNO PONTI<br />
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