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RICORDANDO MASSIMILIANO CUPELLINI

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IL CAMALEONTE DI LEONE X<br />

ehe Leone X si dilettasse di animali rari, e che tra quelli da lui<br />

adunati fosse il camaleonte, risulta da un noto passo del Vasari nella<br />

vita di Raffaello, dove parla delle figure di apostoli ed altri santi da<br />

lui dipinte in chiaro scuro in una sala del palazzo vaticano, e aggiunge<br />

che in quella sala Raffaello fece fare da Giovanni da Udine, « il quale<br />

per cop.trafare animali è unico,... tutti quegli animali, che p.apa Leone<br />

aveva, il cameleonte (così scrivevano il Vasari e i suoi contemporanei,<br />

e non correggeremo col Milanesi {( camaleonte»), i zibetti, le scimie,<br />

i papagalli, i lioni, i liofanti, et altri animali più stranieri ». Nella prima<br />

edizione aveva scritto « è unico et solo,... et gli altri animali stratti»<br />

(parola rara, dello stesso significato). Ma si legga anche quello<br />

che il Vasari scrive della stessa sala nella vita di Giovanni da Udine,<br />

aggiunta nella seconda edizione: « e Giovanni sopra le cornici di<br />

quell'opera ritrasse di naturale molti papagalli di diversi colori, i quali<br />

allora haveva S. Sant., e così ancho babuini, gattimamoni, zibetti,<br />

et altri bizarri animali ». Qui il camaleonte non compare.<br />

Intorno al camaleonte di papa Medici ho trovato una testimonianza<br />

precisa, indipendente dal Vasari, anzi a lui anteriore e pressochè contemporanea<br />

al pontificato di Leone, che perciÒ mette conto segnalare.<br />

Si conservano in buon numero nella Biblioteca Vaticana, nel pic-<br />

colo prezioso fondo di libri stampati del Collegio di Propaganda Fide,<br />

e qualcuno anche altrove, libri appartenuti a un umanista e giureconsulto<br />

di Acquasparta, Fabrizio Delfini de Nobilibus, spesso arricchiti<br />

da sue note che lo mostrano uomo dotto e letterato di cultura elegan-<br />

tissima.È tra questi (IV 158, interno 2) un Solino, De situ orbis terrarum,<br />

stampato a Pesaro, G. Soncino, 1512, nel quale a f. XXVIII<br />

recto, dove l'autore menziona il « chameleon », il Delfini ha annotato:<br />

« Memini audisse me e viro Fiorentino Leonem X pontif. habuisse<br />

in delitiis chameleontem »;<br />

15<br />

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