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RICORDANDO MASSIMILIANO CUPELLINI

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LA MADONNA « SALUS POPULI ROMANI»<br />

IN SANTA MARIA MAGGIORE<br />

£, a basilica di Santa Maria Maggiore può considerarsi nella nostra<br />

Roma come la dimora ufficiale della Madonna, e il culto della famosa<br />

icone, che la tradizione attribuisce al santo pittore Luca, e che appare<br />

portata da una gloria di angeli modellati con impeccabile eleganza<br />

di linee, si afferma antichissimo.<br />

Pontefici, principi e alti dignitari vennero in tutti i tempi, e verranno<br />

ancora da ogni parte del mondo, a venerare la miracolosa figura<br />

della Vergine « Salus Populi Romani», che sotto Gregorio XVI salvò<br />

Roma da una tremenda epidemia di colera, e in quella occasione si<br />

trasportò processionalmente al Vaticano, per decorarla di due nuove<br />

corone auree e gemmate.<br />

È ancor vivo in tutti i cuori il ricordo del trionfale passaggio di<br />

Maria, Salvezza del popolo romano, dalla basilica Liberiana alla Vati-<br />

cana, pochi giorni prima dell'inizio di questo Anno Santo; e chi ha<br />

avuto la ventura di assistere, la mattina dell'n dicembre, alla Messa<br />

che il Santo Padre celebrò dinanzi alla Madre di ogni misericordia,<br />

a conclusione della Crociata della Bontà, e per preparare g1i animi al<br />

grande avvento giubilare, non pc;>tràfacilmente dimenticare quella<br />

straordinaria circostanza, pervasa, nell'immensità del massimo Tempio<br />

cristiano, di mistico raccoglimento e di pace ultraterrena. Dinanzi alla<br />

stessa immagine, nella cappella Borghesiana di Santa Maria Maggiore,<br />

cinquant'anni or sono, il giovane sacerdote romano Eugenio PacelE<br />

celebrava la Sua Prima Messa e, già Vicario di Cristo, il quarantesimo<br />

della Sua Ordinazione sacerdotale.<br />

La Madonna, ai cui piedi si ricordano prostrati in fervorosa preghiera<br />

Santa Brigida, S. Luigi Gonzaga e S. Stanislao Kostka, si<br />

conservava dapprima in uno speciale tabernacolo eretto nella nave<br />

208<br />

I<br />

....<br />

maggiore della chiesa. Più tardi, quando Paolo V fece costruire la<br />

monumentale cappella che prese il nome della sua famiglia, il dipinto<br />

si pose sull'altare che, per essere degno di riceverlo, venne costruito<br />

con particolare sfarzo e magnificenza. Tra i maggiori storici dell'arte,<br />

prevale l'opinione che quest'opera sia bizantina, e debba assegnarsi<br />

alla prima metà del Duecento. In un completo e recente studio sull'argomento,<br />

Pico Cellini osserva come tra le varie parti della pittura<br />

si notino elementi di stile totalmente opposti, tanto da far credere<br />

impossibile ~ concezione di un unico artista. Il Cellini, come già<br />

altri, si pronuncia per una maggiore antichità, e fornisce argomenti<br />

di raffronto, in ragione dei quali ,ritiene di riferire l'immagine borghesiana<br />

al V secolo; si associa al Wilpert, nell'opinione che la tavola<br />

sia copia di un « cosmate» da originale più antico, dimostrando come<br />

quest'opera si ricolleghi iconograficamente al celebre simulacro della<br />

« imago antiqua », già Santa Maria Antiqua.<br />

La Vergine, dipinta a tempra sul legno, spicca sullo sfondo turchino<br />

di un cielo di lapislazzuli, tra le tuniche svolazzanti degli angeli<br />

d'oro. La figura di Maria appare eretta, e il manto azzurro cupo a<br />

~lettature dorate, scendendole dalla testa, su cui si nota una croce<br />

aurea equilatera, le ricopre le spalle e parte della rossa tunica a lunghe<br />

maniche. La Madonna sorregge col braccio sinistro il Bambino, e bellissima<br />

è la posa della sue braccia incrociate. Il piccolo Gesù, rivestito<br />

di tunica chiara e pallio rosso e oro, alza la mano destra benedicente,<br />

e stringe nella sinistra un libro riccamente rilegato. Il volto della<br />

Madre ha lineamenti dolci ed armoniosi, ed ispira insieme maestà e<br />

grandezza. Il Cellini si ferma anche sull'ipotesi che la tavola sia stata<br />

in origine di più vaste dimensioni, e che quello che ne resta rappresenti<br />

la porzione superiore, in modo da permettere di completare<br />

l'immagine in forma sedente, secondo una comune positura ellenistica<br />

ricorrente fin oltre il VI secolo.<br />

Per la questione dell'evangelista pittore, cade ogni dubbio dinanzi<br />

alla testimonianza di S. Agostino, che dichiara esplicitamente non<br />

conoscersi alcun ritratto della Vergine e di Cristo.<br />

'4<br />

EMMA AMADEI<br />

209

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