RICORDANDO MASSIMILIANO CUPELLINI
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all'attenzione ed all'uso delle genti. Ma i Romani, che avevano perduto<br />
un bene prezioso nella rovina delle Terme, senza avere i mezzi per<br />
restaurarle e tenerle in attività, si misero a cercare nelle vicinanze<br />
quelle acque capaci di guarire le numerose infermità da cui erano afflitti,<br />
e trovarono l'Acqua Santa, l'Acqua Acetosa e molte altre.<br />
L'Acqua Santa si trova menzionata la prima volta negli scritti del<br />
1570 del celebre medico romano Alessandro Petronio. Ma, già nel 1567<br />
(scrive il Lanciani), la sorgente era tornata ad apparire sotto il pontificato<br />
di S. Pio V, alla quota attuale di m. 33 sul livello del mare e con<br />
la portata di 7 oncie al minuto secondo. L'Acqua si rese celebre sotto<br />
Paolo V per le sue numerose guarigioni e sotto Alessandro VII che<br />
la usò quotidianamente, e ne guarì dal mal dolla pietra. Il fondo,<br />
allora, apparteneva da tempo immemorabile al Sancta Sanctorum dell'Arcispedale<br />
del SS. Salvatore in S. Giovanni in Laterano.<br />
Gli antiquari del secolo XVI Rufo e Vittore segnalarono questo<br />
luogo col titolo di « Lacus sa.lutaris», chiamando: Santa, l'acqua, per<br />
essere capace di guarire gli animali infetti di scabbia, che venivano<br />
condotti in uno stagno speciale adatto a questo servizio.<br />
Fu appunto nel 1567 che se ne diffuse la fama, inquantochè un contadino<br />
che conduceva una mandria di buoi a pascolare nella Valle<br />
della Caffarella, ne lasciò indietro, abbandonandolo, perchè non infet-<br />
tasse gli altri, uno molto malconcio per malattia della pelle. Ma il<br />
guardiano del fondo, dopo tre giorni, lo trovò dentro l'acqua del fosso<br />
molto migliorato di aspetto. Lo ricondusse al pascolo, ma la bestia<br />
preferì tornare a tuffarsi in quel fosso salutare, e dopo 7 giorni, senza<br />
altro nutrimento che l'acqua, guarì e divenne una delle migliori della<br />
mandria. Sparsa si la notizia fra i campagnoli questi chiamarono Santa<br />
l'acqua della Valle.<br />
Giacinto Gigli scrive che il 15 ottobre 1615 un bifolco che guidava<br />
una mandria di bestie si chinò per bere l'acqua, e, gustatala, si bagnò<br />
le mani che erano piene di rogna, e le vide subito restare libere e mondissime.<br />
Divulgatasi la notizia in Roma, convennero lì numerosi lebbrosi, e<br />
gli infestati di piaghe, che subito guarirono. Il 24 ottobre 1615 vi andò<br />
il Papa Paolo V ed ordinò che vi si facessero subito degli impianti di<br />
bagni, ai quali accorse molta gente, rinnovando la fama di Acqua<br />
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