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RICORDANDO MASSIMILIANO CUPELLINI

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CHE<br />

DI<br />

NON<br />

UN PALAZZO<br />

È DEL SANSOVINO<br />

dulla via Banco di Santo Spirito, tra i due primi vicoli che si aprono<br />

a sinistra di chi imbocca da piazza Tassoni, si affaccia un nobile,<br />

stretto ed alto palazzo, il quale, visto di fronte, accusa sui fianchi<br />

le insormontabili barriere delle antiche coerenze: è il così detto<br />

palazzo Gaddi.<br />

Esso viene ricordato dal Vasari come opera del Sansovino ed abi-<br />

tazione dei Gaddi, passata in proprietà degli Strozzi (I). La stessa<br />

cosa, male arzigogolando, scrisse Pietro Adinolfi (2) e ripeterono il<br />

Callari (3), il Sapori (4) ed ultimamente il Weihrauch, il quale,<br />

sballandola grossa, aggiunse che il palazzo fu costruito per Giovanni<br />

Gaddi, il ben noto protettore di Annibal Caro (s). Ma già l'Amati<br />

aveva sollevato dubbi sull'informazione del Vasari, osservando che<br />

il Sansovino era stato arbitro tra i Gaddi ed i Rucellai per questione<br />

sorta circa questa fabbrica e ritenendo che tale incarico non si addice<br />

all'architetto (6); e, assai più tardi dell'Amati, il Giovannoni aggravò<br />

quei dubbi, illustrando una lettera di Pietro Aretino, nella quale<br />

vengono nominate le costruzioni del Sansovino in Roma e si tace<br />

assolutamente di questo palazzo (7). Ora un docj.lmento autentico,<br />

(I) Cf. Le vite dei piÙ celebri pittori, scultori ed architetti, VII, Firenze ISSI,<br />

p. 497.<br />

(2) Cf. Il Canal di Ponte e le sue circostanti parti, Narni 1860, pp. 44-46.<br />

(5) Cf. l palazzi di Roma, Roma 1907. Lo cito dall'edizione rifatta dal Sofia-<br />

Moretti, Roma 1932, pp. IS2-IS7, dove i dubbi e dell'Amati e del Giovannoni<br />

sono completamente ignorati.<br />

(4) Cf. lacopo Tatti, detto il Sansovino, Roma 1928, p. 37.<br />

(5) Cf. Thieme-Becker, XXXII (I93S), p. 467.<br />

(6) Cf. Lettere romane di Momo, Roma IS72, p. 54. Come argomento negativo<br />

anche l'Amati cita il silenzio delI' Aretino; ma si sbaglia dicendo che il<br />

dissidio tra i Gaddi ed il Rucellai nacque per questo palazzo.<br />

(7) Cf. Un'opera sconosciuta di lacopo Sansovino in Roma, in « Boll. d'Arte<br />

del Ministero d. P. I. », XI (1947), p. 67, testo e nota.<br />

156<br />

nel quale si tratta del trapasso del palazzo dai Gaddi agli Strozzi,<br />

sopprime tutti i dubbi e ci palesa che, ritenendolo opera del Sansovino,<br />

nessuno l'ha azzeccata, ad incominciare dal grave e sentenzioso<br />

Vasari (I).<br />

Sappiamo dunque oggi che questa nobile casa, prima di essere dei<br />

Gaddi, era stata degli Strozzi. Essa aveva queste coerenze: ab uno<br />

latere la casa o le case (bona) di Ciriaco Mattei, di quella gente<br />

Mattheia, che l'Infessura ci fa conoscere come molto capace a farsi<br />

portare rispetto; ab altero latere le case (anche qui si dice bona) di<br />

Onofrio Santacroce, e non si sarebbe potuto, neppur da questa parte,<br />

scherzare; sul fronte via pubblica bancorum, arteria di quando in<br />

quando solenne, chiassosa sempre e allegra anche per richiamo di<br />

cortigiane (2); a tergo le case degli eredi Gaddi, i quali a ~oma furono<br />

almeno tre: Luigi, Giovanni e Nicolò U).<br />

Questi tre fratelli eran venuti di Firenze molto probabilmente agli<br />

inizi del pontificato di Leone X, che, per uno di essi, aveva addirittura<br />

promessa la porpora nella prima promozione che facesse (4), e non<br />

mantenne la parola. Erano figli di Taddeo, più volte dei priori di<br />

Firenze e grandi fautori dei Medici: potevano dunque molto chiedere<br />

e molto sperare. Accadde invece che dovettero molto dare e, da Leone X<br />

almeno, poco ottenere e invano sperare. E toccò a Luigi reggere la<br />

barca che non andasse a fondo per la fallacia di quel papa.<br />

Luigi dovette essere il più anziano dei tre Gaddi trapiantati in<br />

Roma (Siniba!do suo fratello trattenuto a Firenze dal padre era<br />

(I) È l'istrumento di retrovendita deI palazzo,<br />

gio 1530 (Cod. Ferr. SoS, ff. I6.I6v).<br />

(2) Cf. GNOLI,Descriptio Urbis o Censimento<br />

avanti il sacco Borbonico, in « Arch. d. Soc. Rom.<br />

fatto in Roma il 4 mag-<br />

della popolazione di Roma<br />

di Sto Patr. », XVII (IS94),<br />

pp. 429-430.<br />

(2) Cf. LITIA, Famiglie Celebri, tav. unica dei Gaddi di Firenze. Un Angelo<br />

Gaddi è pure in Banchi nel 1534, in una casa deI Capitolo di San Pietro, già<br />

tenuta dagli Orsini di Tagliacozzo, davanti la chiesa di San CeIso (carte dell'Archivio<br />

di S. Pietro nella Bibl. Vat., stracciafoglio deI catasto deI Capitolo,<br />

Case e Vigne, vol. 19. Debbo la notizia a Pio Pecchiai, che ringrazio). Ritengo<br />

sia lo zio dei nostri tre (cf. LITTA,op. e I. cit.),.cioè fratello del loro padre Taddeo.<br />

(4) Cf. BANDINIA. M., Catalogus codd. latinor. bibliothecae Laurentianae,<br />

IV, Firenze 1776, p. XIV.<br />

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