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Lex Aurea Libera Rivista Digitale Di Formazione ... - Fuoco Sacro

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Ma la Regola non si limita puramente al lato monastico. Non ci si dimentica che deve trattarsi di<br />

una cavalleria militare. Ed ecco che San Bernardo sembra divertirsi a risuscitare le vecchie<br />

tradizioni celtiche ed i loro tabù, come se volesse ricongiungere questa cavalleria religiosa agli<br />

antichi ordini celtici.<br />

In effetti, ricrea, sotto forma cristiana, il Ramo Rosso, ed i Feinians<br />

dell’Irlanda di altri tempi.<br />

“Dovranno sempre accettare il combattimento contro gli eretici,<br />

anche se questi sono in tre contro uno”…”Se lottano per la propria<br />

vita contro altre persone diverse dagli eretici, non devono reagire se<br />

non dopo essere attaccati tre volte”.. “ Se mancheranno ai loro<br />

doveri, saranno flagellati tre volte”. Le triadi esistono anche nella<br />

vita comune: “mangeranno carne tre volte alla settimana. I giorni in<br />

cui non ne mangeranno , potranno mangiare tre portate”…”<br />

Dovranno comunicarsi tre volte l’anno, sentire messa tre volte la<br />

settimana, fare l’elemosina tre volte la settimana…”<br />

Bisognerebbe meditare su questo aspetto “Celtico” del nuovo ordine<br />

a cui Bernardo dette la Regola, nonché sul fatto che il Tempio, piu’<br />

tardi, concentrerà (fuori dalla terra Santa) la sua azione laica in terra<br />

celtica. Sembra che il Santo Abbate, nutrito del latte della Vergine<br />

Nera, il discepolo delle quercie ed degli Elci, il compagno di<br />

O’Moghair, tenesse particolarmente a ricollegare questa nuova<br />

cavalleria, da Lui creata, alla tradizione celtica. Forse il tempio, la<br />

costruzione del tempio in terra druidica, ha questo prezzo…<br />

La nota scrittrice partenopea Lina Sansone Vagni nel suo ultimo capolavoro “Le vere origini del<br />

complotto contro i Templari in Francia” edito da Ecig, mette ancora maggiormente in evidenza la<br />

discendenza sapienzale di Bernardo. L’Autrice fa riferimento al grande scempio della distruzione<br />

dei testi antichi del primo Cristianesimo e dei testi Classici dalla Nuova Chiesa colpevoli di essere<br />

impregnati della piu’ acerba cultura Pagana.<br />

Moltissimi testi classici furono distrutti perché, a parer della Chiesa, costituivano un ostacolo ad una<br />

minaccia all’affermarsi ed all’espandersi del primitivo Cristianesimo: secondo il loro personale<br />

discutibile punto di vista, bisognava interrompere ogni rapporto ed ogni vincolo con il passato e con<br />

la Sua Cultura. A tanto scempio pose fine, o almeno lo limitò, San Benedetto che nelle “scriptoria”<br />

dei Cenobi benedettini adibì monaci colti al recupero, alla trascrizione ed alla traduzione di molti<br />

testi del mondo classico. Molti, ma non tutti…<br />

Inoltre nella trascrizione, se si reputava che per i neo-convertiti al Cristianesimo certi argomenti<br />

fossero “pericolosi” si eliminavano o si modificavano, con grave danno per la giusta<br />

comprensibilità del testo e dell’idea filosofica che esprimevano. Perciò se un beneficio c’è stato, per<br />

l’opera di recupero promossa da San Benedetto, tuttavia il risultato fu solo parziale. San Bernardo<br />

in seguito, lo dimostrerà con la sua palese Sapienza di Iniziato: essa non fu certo frutto della cultura<br />

accademica salvata nei Cenobi Benedettini.<br />

La Sansone Vagni mette in risalto che sia Bernardo che poi i suoi discendenti come ad esempio il<br />

Principe San Severo fossero entrati in “contatto” o “possesso” di alcuni libri definiti “Proibiti”<br />

nascosti dalla Chiesa che nella loro purezza mai ritoccati dai Monaci, avessero mantenuto intatto il<br />

messaggio iniziatico e le loro Verità. Sono proprio queste presunte Verità ad aver incuriosito<br />

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