01.06.2013 Views

Lex Aurea Libera Rivista Digitale Di Formazione ... - Fuoco Sacro

Lex Aurea Libera Rivista Digitale Di Formazione ... - Fuoco Sacro

Lex Aurea Libera Rivista Digitale Di Formazione ... - Fuoco Sacro

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

vengono infatti soverchiate dal ritorno prepotente degli archi, come già evidenziato; prevale la<br />

musica, il tumulto, la creazione, anzi, la ri-creazione del mondo tramite i suoni, in accordo a quel<br />

filone mistico-esoterico che vede nella parola-suono l’origine del mondo e nella musica, come<br />

mimesi a posteriori slegata dal visibile, un linguaggio privilegiato di ritorno al divino, allo spirituale<br />

oltremondano.<br />

Un atteggiamento nei confronti della musica che avrà il suo esito naturale nelle riflessioni e nelle<br />

creazioni di teorici e musicisti romantici.<br />

E’ un linguaggio romantico quello usato da Mozart: appare evidente dalla forzatura della forma<br />

ternaria, appare evidente dalla volontà di sfuggire ai rigori semiotici e semantici di un testo scritto;<br />

si mostra romantico perfino l’omaggio a Bach, con l’uso del un corale figurato, genere tanto usato<br />

dal compositore tedesco, della cui elaborazione da parte di Mozart l’esito più sublime sarà la Scena<br />

degli Armigeri del finale di <strong>Di</strong>e Zauberflöte.<br />

Ma è nel linguaggio musicale che più si riconosce la vena “pre-romantica” della composizione,<br />

nella volontà di superare limiti di tipo espressivo, limiti nelle dinamiche, nei contrasti, osteggiati<br />

nell’estetica musicale settecentesca dal richiamo ancora riconoscibile ad un goût, un “gusto” di un<br />

epoca che volgeva al fine. Mai in una composizione non solo di Mozart, ma di tutta la sua<br />

contemporaneità vennero profusi in partitura tante indicazione dinamiche (da piano a forte, con<br />

indicazioni di sforzato, forcelle di crescendo e diminuendo, fino ad un pianissimo conclusivo) e<br />

soprattutto tanto contrastanti fra loro; quello che colpisce maggiormente è trovare improvvise<br />

impennate di volume dopo frasi appena sussurrate, oppure dei piano precipitosi ed inattesi al<br />

termine di evidenti crescendo, attitudini che si riconosceranno come tipicamente romantiche a<br />

partire da Beethoven.<br />

Oltre quindi i limiti di un epoca, oltre i limiti del razionalismo applicato alla musica: la musica è un<br />

tumulto emotivo, un viaggio all’interno della terra, della materia di cui si compone il creato,<br />

macrocosmo e microcosmo; la Musica Funebre Massonica è il VITRIOL, capace di traghettare la<br />

massoneria illuminista verso il misticismo romantico, facendo propria la consapevolezza panteistica<br />

alchemica.<br />

Morte e rinascita come creazione continua, morte che non è fine ma inizio perpetuo.<br />

«Ringrazio <strong>Di</strong>o di avermi concessa la fortuna e l’occasione di riconoscere nella morte la chiave<br />

della nostra vera beatitutine», scrive Mozart al padre il 4 aprile 1787, due anni dopo l’iniziazione 4 .<br />

E questo senso di beatitudine traspare in conclusione della sua composizione funebre, nell’accordo<br />

finale, con la terza maggiore esposta in tutta evidenza, una luce improvvisa e solo apparentemente<br />

contraddittoria.<br />

E’ l’ultima parola di Wolfgwng Amadé Mozart, musicista e massone, che sembra ricordarci con la<br />

sua opera il sapere ermetico che la ha ispirata: Qualis artifex pereo.<br />

4 AA.VV., Mozartiana (Milano, 1991), p. 186<br />

35

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!