le esternalizzazioni “relazionali” - Fondazione Prof. Massimo D'Antona
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Integrazione contrattua<strong>le</strong> tra imprese: ricognizione dei modelli<br />
Il successivo sgretolamento del modello di produzione fordista ha influenzato parte<br />
della scienza economica nel mutuare i paradigmi della teoria dei costi transazionali<br />
adattandoli alla mutata realtà economica mediante una sorta di “eterogenesi dei fini”.<br />
L’operazione che si tentò di compiere fu quella di invertire <strong>le</strong> premesse del modello di<br />
Coase, in modo da pervenire a conclusioni esattamente contrarie a quel<strong>le</strong> della teoria dei<br />
costi transazionali. Si contestò, in particolare, l’antecedente logico relativo agli e<strong>le</strong>vati costi<br />
di transazione, che, nell’origina<strong>le</strong> prospettazione di Coase e Williamson, costituiva la<br />
ragione primaria per cui l’impresa decideva di “fare in proprio”. Infatti, <strong>le</strong> tecnologie<br />
dell’informazione e della comunicazione hanno contribuito alla decrescita dei costi di<br />
transazione; di qui la scelta del<strong>le</strong> imprese di ricorrere al mercato per acquistare beni, servizi<br />
e semilavorati da integrare nella propria organizzazione. In definitiva, il processo storico di<br />
evoluzione dell’impresa è segnato dal gradua<strong>le</strong> passaggio dal make al buy.<br />
Più nel dettaglio, l’epoca attua<strong>le</strong> è contraddistinta da un “ibrido” nel<strong>le</strong> decisioni<br />
dell’impresa, in cui si intravvedono contestualmente e<strong>le</strong>menti mutuati dal mercato e<br />
dinamiche che richiamano la gerarchia. Talvolta, una vasta gamma di contratti di diritto<br />
commercia<strong>le</strong> improntati alla logica dello scambio relaziona<strong>le</strong> assicura un rapporto duraturo<br />
tra imprese incentrato su dinamiche extracontrattuali quali fiducia e collaborazione,<br />
segnando un sostanzia<strong>le</strong> spostamento del baricentro del<strong>le</strong> strategie imprenditoriali<br />
dall’alternativa make/buy a quella make/cooperate 27 . Talaltra, la stabi<strong>le</strong> interrelazione tra<br />
imprese è governata da meccanismi in cui prevalgono pur sempre presupposti estranei alla<br />
logica del contratto, seppure non più ancorati alla cooperazione tra diverse realtà<br />
imprenditoriali in quanto radicantisi su fattori come influenza, potere, gerarchia.<br />
Tali vicende, entrambe sussumibili nella fenomenologia del<strong>le</strong> <strong>esternalizzazioni</strong><br />
<strong>“relazionali”</strong> – siccome parimenti idonee a configurare una stabi<strong>le</strong> organizzazione integrata<br />
estesa alla partecipazione di più imprese – si pongono in contrasto con un altro spettro di<br />
situazioni inscrivibili nell’alveo del<strong>le</strong> c.d. <strong>esternalizzazioni</strong> “primarie” o “perfette”: in esse<br />
non è dato riscontrare né una costante interconnessione tra diverse realtà imprenditoriali,<br />
né tantomeno un duraturo inserimento dei lavoratori in seno ad organizzazioni estranee a<br />
quella del proprio datore di lavoro.<br />
2.1. Autonomia ed unicità della causa nei long-term contracts: primi spunti per una<br />
ricomposizione in chiave unitaria del<strong>le</strong> <strong>esternalizzazioni</strong> <strong>“relazionali”</strong><br />
27 L’indicata interpretazione pare essere condivisa da RULLANI E., La teoria dell’impresa nei processi di<br />
mondializzazione, in Democrazia e Diritto, 1988, p. 69: “L’idea di isolare <strong>le</strong> transazioni come fenomeni puntuali<br />
all’interno di una organizzazione e quella di calcolare il costo e la prestazione del coordinamento pertinente a<br />
ciascuna transazione costituiscono semplificazioni «eroiche» che, nel migliore dei casi, fanno perdere capacità<br />
esplicativa alla teoria e la rendono una guida per razionalizzazioni ex post”.<br />
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